Dal Seminario Quarenghi un esercizio di conoscenza dell'altro. La tutela del concepito, cosi come del sofferente, diventano concrete se riconosciamo quel fratello, quel figlio per quanto inaspettato o imperfetto che sia.
"Non c'è nessun ignoto più tremendo dell'uomo che non sa." Scrivere una breve riflessione sul Quarenghi 2013 è per me una sfida; alla Bellezza di questi giorni le parole non possono aggiungere nulla, semmai togliere qualcosa. Eppure mi sento in dovere di farlo, per aiutare me stessa e voi a trarre fuori dal sentimentalismo e dall'emozione il vero dono che ci ha lasciato la XXX edizione del Life Happening.
Un dono semplice, puro, speciale: il dono della conoscenza. Non solo conoscenza nel senso didattico del termine, ma conoscenza profonda di noi stessi e degli altri. Una conoscenza che parte dal riconoscimento di una verità grande: io e te siamo simili: il nostro cuore ha lo stesso bisogno e desiderio di Bellezza, di Giustizia e, soprattutto, di Amore.
Quanti di noi, in questi giorni, sentendo le esperienze personali di alcuni giovani dell'Equipe non hanno provato compassione(nel senso etimologico del termine)? Quanti di noi hanno sentito il proprio cuore dilatarsi, il proprio io sciogliersi in un abbraccio spirituale di accoglienza, amore e carità?
Quanti di noi, in questi giorni, sentendo le esperienze personali di alcuni giovani dell'Equipe non hanno provato compassione(nel senso etimologico del termine)? Quanti di noi hanno sentito il proprio cuore dilatarsi, il proprio io sciogliersi in un abbraccio spirituale di accoglienza, amore e carità?
Questo Quarenghi mi ha lasciato tante certezze, ma una su tutte: la vera vocazione di ogni uomo è l'Amore. E per amare deve essere garantita la libertà all'uomo di dialogare con il suo simile. La tutela del concepito, cosi come la tutela del sofferente, diventano concrete nel momento in cui nel nostro prossimo riconosciamo quel fratello/sorella, quel figlio, che il potere vuole eliminare perchè invisibile, indifeso, inaspettato o "imperfetto". Montale scriveva: "un imprevisto è la sola speranza".
Credo che per il 90% di noi questo imprevisto si è fatto carne, anche solo per un istante, in questa settimana, attraverso il volto di uno sconosciuto che è diventato Amico, ovvero compagno di cammino nella condivisione di un grande ideale: la difesa della Vita. Nella sala in cui abbiamo parlato, in tanti modi e secondo varie sfumature della vita, la vita stessa ha cantato la sua vittoria. Spettatori e attori di una Bellezza, che secondo una felice intuizione che ho avuto, è radice dell'Eterno.
Grazie ragazzi.
(giovani prolife/Alessia Prosperoso)
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