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Aborto selettivo: reato cercasi




Secondo le procure inglesi, l'aborto selettivo non è reato. E il bello è che hanno ragione

Come segnala l'ottimo TEMPI, il Crown Prosecutor Service ha recentemente affermato che l'aborto selettivo di genere non è reato in Inghilterra. E' una pratica deprecabile, una slealtà deontologica. 
Ma una cosa è certa: non è reato e non è penalmente perseguibile. 

In Inghilterra il quotidiano Telegraph da molto tempo sta cavalcando la questione degli aborti selettivi di genere in Inghilterra (dico "cavalcando" perché lo scopo è solo fare lo scoop e vendere giornali). A quanto pare, una clinica su tre li pratica. 
In pratica il meccanismo è semplice: è femmina, non la voglio. Dato che il sesso è noto già all'inizio del terzo mese (12 settimane) mentre in Inghilterra l'aborto è legale fino alla 24esima settimana, è una cosa molto facile, perché si ha tutto il tempo per decidere di farlo. . 

A pensarci bene, il termine inglese per l'aborto non terapeutico è enormemente più largo di quello   italiano. Tenete conto che un feto a 24 settimane è fatto così: 


Ma passiamo oltre. 
La questione è che, scoppiato lo scoop e arrivato un caso davanti al Crown prosecutor service (le Crown Court sono i tribunali che giudicano i reati più gravi, un po' come le nostre corti di assise; il Crown prosecutor office è l'ufficio del procuratore presso la Crown Court) questi hanno risposto picche. 
Il reato non è perseguibile. 

Apriti cielo. Molte associazioni sono andate su tutte le furie. Persino associazioni pro-choice, che in genere sono vicine al femminismo e quindi sono senz'altro sbigottite nel sapere che si può scegliere legalmente di uccidere il proprio figlio, se ha la "disgrazia" di essere femmina. 
Da parte sua, il governo di Cameron risponde che la decisione della magistratura va rispettata. 

I lettori del Telegraph si scandalizzano. I pro-choice inglesi si scandalizzano. Diversi parlamentari inglesi si scandalizzano. 
Personalmente, non mi scandalizzo. 
Per due ragioni. 

Anzitutto, l'affermazione del Crown Prosecutor Service è formalmente ineccepibile. Non mi sono note le leggi penali inglesi, anche se so che i magistrati inquirenti hanno una discrezionalità ben maggiore dei nostri pubblici ministeri nello scegliere quali reati, e quali manifestazioni del reato, perseguire. 

Ma un fatto del genere sarebbe non punibile neppure in Italia. Non è una mostruosità: è civiltà giuridica. Si impone infatti che il fatto di reato sia stabilito prima che avvenga, con legge, definito chiaramente e che il fatto concreto risponda perfettamente alla fattispecie astratta. Si tratta del principio di legalità, primario principio del diritto penale, che nel nostro sistema trova una consacrazione nella Costituzione all'art. 25. 

Il sistema penale inglese è più confuso: non c'è una Costituzione, solo dichiarazioni parziali di diritti. (Magna Charta Libertatum, Bill of Rights, recentemente lo Human Rights act che recepisce la CEDU). Ecco che si può dubitare della costituzionalità di questa affermazione del Crown Persecutor Service. 
Ma una cosa è certa: quei medici non andranno in prigione. 

La seconda ragione per cui non mi scandalizzo è semplice: se si ammette l'aborto fino a 24 settimane a semplice richiesta, senza chiedere il motivo, come si fa a scandalizzarsi se il motivo c'è? 
Come si fa a dire che è un diritto inalienabile, e guai a chi lo tocca, abortire "se solo la donna lo vuole", e poi rimangiarsi tutta questa libertà concessa alla donna se il motivo che la spinge non ci piace? 

Un vero controsenso. 

La cosa curiosa è che uscire da questo ginepraio per gli inglesi non sarà semplice: infatti l'unico modo per impedire l'aborto selettivo di genere è quello di mettere un filtro all'ingresso. Cioè mettere, tra la donna e l'aborto, un soggetto in grado di bloccare il passaggio se la motivazione è il sesso del nascituro. 
Ma mettere questo filtro vorrebbe dire rimangiarsi l'idea che la donna possa abortire sempre e comunque. E quindi tutto l'impianto della legge inglese che permette l'aborto comincerebbe a vacillare. 

Morale della favola: non puoi lamentarti che si abortisca per ragioni stupide, o immorali, se ammetti che si abortisca senza ragione alcuna. 



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