Una giovane mamma racconta: "è grazie a lei se sono arrivata fino in fondo, se ho tenuto duro, se mia figlia oggi ha 13 anni ed è una ragazza sana e serena".
Eleonora Cantamessa incontra il suo destino una sera in cui si impietosisce per un ragazzo indiano lasciato a terra sanguinante, Baldev Kumar di 32 anni, durante una rissa. Entrambi finiscono investiti da un’auto guidata dagli stessi aggressori di Kumar. Per i due le speranze di sopravvivere all’urto sono da subito ridottissime ed entrambi muoiono la sera stessa.
Un gesto, quello compiuto dalla giovane dottoressa, che ha commosso la nazione, ma non ha stupito chi conosceva Eleonora e il suo profondo amore per la vita. Così, mentre i media ripercorrono i suoi ultimi tragici giorni, ci piace ricordare il suo impegno durato una vita al servizio della vita, degli ultimi, come Kumar che casualmente ha incontrato quella sera, e degli indifesi più indifesi: i bambini concepiti ancora nel grembo materno.
Anna, giovane studentessa di ragioneria, ha 17 anni quando resta incinta e il mondo attorno, come spesso succede a quell’età, non solo resta indifferente ma si fa addirittura ostile: vive sola con la mamma, «Eravamo in una situazione difficile io e mia mamma, eravamo da sole, c'erano pochi soldi. E mi avevano riscontrano la toxoplasmosi, una malattia che può causare malformazioni gravissime al bambino, al suo sviluppo fisico e mentale» racconta Anna all’Eco di Bergamo.
Poi, l’incontro con la ginecologa Cantamessa: “è grazie a lei se sono arrivata fino in fondo, se ho tenuto duro, se mia figlia oggi ha 13 anni ed è una ragazza sana e serena. Non ha mai voluto un soldo, nemmeno per le medicine costose che faceva arrivare dalla Svizzera. [...] Non ho parole per dire il dolore che sento per averla persa in un modo così assurdo. Ma lei così ha dimostrato fino in fondo di che pasta era fatta. Un medico, colui che cura chi sta male. Semplicemente”.
Così, mentre il Buon Samaritano che difendeva la vita sin dal concepimento ci cotsringe a parlare del funerale di un angelo, non possiamo che riprendere ritrovarci nella semplicità delle parole del parroco e dire anche noi ad Eleonora "Grazie per la tua testimonianza. [...] Ci hai risvegliato fermandoti, d'incanto, facendoci capire, sapere, sperare, che anche l'uomo oggi può essere capace di amore e gratuità".
Con un nodo in gola rubiamo allora ad un film un piccolo desiderio: non diteci com’è morta, raccontateci com’è vissuta.
(TE/Giovani prolife)
Leggi l'intervista di Anna all’Eco di Bergamo: www.ecodibergamo.it
Il saluto del Papa raccontato da Avvenire: www.avvenire.it
Tutto vero e tutto bellissimo! Grazie Eleonora! Ma dove l'avete letto che è morta dopo pochi giorni?! E' morta la sera stessa. "L’indiano muore presto, la dott.ssa Cantamessa dopo alcuni giorni."
RispondiEliminahttp://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/896919/
abbiamo verificato e corretto la notizia, grazie della segnalazione
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