Il 19 Gennaio a Firenze si è tenuta una manifestazione dell'associazione Manif pour Tous.
Un comitato di privati cittadini, sostenuti da tante associazioni, è sceso in piazza San Firenze per una protesta silenziosa. Oggetto della manifestazione, che non è stata la prima in Italia nè sarà l'ultima, è contrastare la proposta di legge Scalfarotto sul reato di Omofobia. Secondo questa legge sarà punibile chi esprime l'opinione secondo la quale il matrimonio è fondato sulla libera unione di un uomo e di una donna.
Quello che noi proponenti ci chiediamo è: davvero non c'era un altro modo di tutelare gli amici omosessuali che richiedono più diritti in termini di successione o di riconoscimento della loro unione da parte dello Stato? Oppure si tratta di un modo per chiudere autoritativamente la bocca a quanti rifiutano la "teoria del gender"?
Se passasse questa legge, chiunque sostenga che il matrimonio è fondato sulla libera unione di un uomo e di una donna potrà essere, a discrezione del giudice, condannato per "istigazione alla discriminazione". Lungi da voler fare una manifestazione contro qualcuno o qualcosa, l'intento della Manif è stato quello di promuovere la famiglia, ma non in senso ideologico. La famiglia è per noi un luogo dove la persona impara la relazione con l'altro, in cui la struttura che la compone non è secondaria.
Noi sappiamo che il requisito dell'eterosessualità dei coniugi non è un caso, e da questa situazione non nasce nessuna discriminazione verso persone che non si riconoscono in questa struttura. Inoltre non si può negare che i bambini nascano da un papà e da una mamma, e che abbiano bisogno dei due sessi per identificare sè stessi e per imparare le relazioni sociali. Questo è quanto dice la scienza e non è mai stata smentita. Il fatto che noi siamo dovuti scendere in piazza per difendere questo ragionamento basilare ci dice la deriva verso la quale sta andando la nostra società...
Per alcuni la nostra presenza in piazza è stato uno scandalo. Vi chiedo, a questo punto: per voi è uno scandalo affermare che i bambini hanno diritto ad un padre e ad una madre? Dalla risposta negativa a questa domanda si capisce che questa manifestazione andava fatta e che il silenzio va spezzato. Saremo a breve a Roma e saremo molti di più.
Giovani prolife/Giovanni Gori.
Quello che noi proponenti ci chiediamo è: davvero non c'era un altro modo di tutelare gli amici omosessuali che richiedono più diritti in termini di successione o di riconoscimento della loro unione da parte dello Stato? Oppure si tratta di un modo per chiudere autoritativamente la bocca a quanti rifiutano la "teoria del gender"?
Se passasse questa legge, chiunque sostenga che il matrimonio è fondato sulla libera unione di un uomo e di una donna potrà essere, a discrezione del giudice, condannato per "istigazione alla discriminazione". Lungi da voler fare una manifestazione contro qualcuno o qualcosa, l'intento della Manif è stato quello di promuovere la famiglia, ma non in senso ideologico. La famiglia è per noi un luogo dove la persona impara la relazione con l'altro, in cui la struttura che la compone non è secondaria.
Noi sappiamo che il requisito dell'eterosessualità dei coniugi non è un caso, e da questa situazione non nasce nessuna discriminazione verso persone che non si riconoscono in questa struttura. Inoltre non si può negare che i bambini nascano da un papà e da una mamma, e che abbiano bisogno dei due sessi per identificare sè stessi e per imparare le relazioni sociali. Questo è quanto dice la scienza e non è mai stata smentita. Il fatto che noi siamo dovuti scendere in piazza per difendere questo ragionamento basilare ci dice la deriva verso la quale sta andando la nostra società...
Per alcuni la nostra presenza in piazza è stato uno scandalo. Vi chiedo, a questo punto: per voi è uno scandalo affermare che i bambini hanno diritto ad un padre e ad una madre? Dalla risposta negativa a questa domanda si capisce che questa manifestazione andava fatta e che il silenzio va spezzato. Saremo a breve a Roma e saremo molti di più.
Giovani prolife/Giovanni Gori.
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