Enrico ci racconta la sua esperienza da vincitore del Concorso Europeo e perchè partecipare alla prossima edizione.
Quando fui avvisato di aver vinto il concorso europeo per l’edizione 2013-14, ad agosto, ero in vacanza. Candidamente adagiato su una sedia a sdraio, stavo contemplando il soave fruscio del mare, riparato dai raggi grazie a due enormi pini: mai mi sarei aspettato un tale annuncio. Durante il pentamestre di attesa, ero praticamente turbato dalla sola idea di dover andare all’estero: inizialmente perché temevo l’aereo, che pensavo fosse il mezzo di viaggio, in seguito perché terrorizzato dal focolare terroristico divampato in Francia a pochi giorni dalla nostra partenza. A ciò si sommarono lo sconforto per le temperature gelide, lecitamente immaginabili da un irpino come me per una città dell’Europa centrale in pieno inverno, e le remore per dover saltare, nel mezzo dell’anno scolastico, cinque giorni di scuola (non per desiderio viscerale di andarvi ma, per una questione di continuità). Detto in tutta onestà: quel tema lo avevo svolto per raggiungere il massimo dei crediti a scuola.Quando approdammo a Roma, di ritorno da Strasburgo, ero quanto mai rattristato, deluso per la brevità del pernottamento e bramoso di restare con alcuni degli amici che più ho adorato nella vita mia, fin troppo compiaciuto del lavoro che avevamo svolto. Cosa sarà mai accaduto perché un pezzo di granito come me mutasse radicalmente atteggiamento?
Nulla di sconvolgente. Ho conosciuto e vissuto, per alcuni giorni (spero non siano gli unici) una delle realtà sociali più ammirevoli e coerentemente attive, presenti nella nostra Italia: trattasi del “Movimento per la vita”, per le cui tante attività e finalità ti rimando al sito. La mia esperienza sul concorso europeo, da esso organizzato, dal momento in cui l’insegnante referente mi ha consegnato il bando sino all’ultima fase a Strasburgo, con l’approvazione del documento finale, è stata meravigliosamente significativa. Voglio condividere con te due brevi riflessioni per incoraggiarti a partecipare.
1) La bioetica, pane del movimento, è sovente considerata come un oceano di precetti su cui i moralisti (soprattutto se di ispirazione cristiana) costruiscono aulici discorsi intrinsecamente incompatibili con la realtà stessa di cui si occupano. Questo concorso mi ha dimostrato fattivamente il contrario. Ognuno di noi, a partire da me e da te, è chiamato a riflettere su temi di improrogabile urgenza nel nostro presente, e lo deve fare con onestà intellettuale, poiché determinati valori (“non negoziabili”, come li chiamò il nostro papa emerito) di fatto sono validi oltre ogni credo e ideologia, scientificamente e filosoficamente inconfutabili, essendo ordinati alla dignità dell’uomo. Se è vero che, per l’ideologia del consumo e della falsa libertà, “non c’è alleato più prezioso di un nemico cretino”, per dirla con Indro Montanelli, conoscere, riflettere ed agire per tali valori è indispensabile: il concorso europeo me ne ha dato e te ne da la possibilità.
2) A Strasburgo, oltre a visitare in lungo ed in largo la città e le istituzioni europee, abbiamo emendato ed approvato un documento sul tema del concorso, simulando una seduta parlamentare. Questa esperienza mi ha davvero portato a riflettere su una questione, tradizionalmente sollevata dagli oratori di turno in cerca di consensi, ma oggettivamente estranea (purtroppo) alla logica politica e sociale del nostro tempo: la libertà di pensiero ed espressione. Ogni idea deve poter essere ascoltata e confrontata con le altre, purché formulata senza pregiudizi, poiché se l’obiettivo di tutti è il bene comune, nessuno può essere sostituito da altri nella sua realizzazione. Per fare un esempio, ancora ora sono in disaccordo su alcuni punti del documento finale: tuttavia, la previa riflessione di gruppo sull’articolo da emendare, il ricco scambio di idee tra appartenenti a diverse realtà regionali, la leale disponibilità ad ascoltarsi reciprocamente comparando le diverse posizioni (pur conservando ognuno la propria) mi hanno convinto che la vera protagonista del concorso è stata quella responsabilità con la quale, mentre si intessevano da un lato profonde amicizie, ogni ragazzo era chiamato dall’altro a “scontrarsi” con esse dando voce al proprio pensiero per mezzo di un documento che, speriamo, sveglierà la coscienza di chi governa l’Europa e i suoi stati.
Non vado oltre: il concorso europeo per me è stato questo, ed è stato tanto più bello se penso che, forse per la prima volta in assoluto, la mia persona riservata ed austera ha lasciato spazio ad amicizie sincere e calorose, per le quali il mio cuore ancora adesso, mentre detta alle mani questi pochi appunti, sente una forte nostalgia. Rido se penso che, come ti dicevo, all’inizio non volevo neppure partire. Se mi chiedi perché partecipare, magari perdendo un po’ di tempo da dedicare allo studio, ti invito a leggere la prima riflessione; se vuoi sapere a cosa possa servire andare a Strasburgo, guardati la seconda. Ma se sei in dubbio sull’opportunità di prendervi parte, ti rispondo nettamente: buttati con il cuore in questa esperienza, “movimèntati” per la vita… insomma, VEDI DI MUOVERTI!!!
Enrico Venezia
PS: Se sei della Campania, come me, due cose: viaggia con il pigiama e soprattutto preparati canzoni napoletane da cantarsi a tutta forza nel pullman!!!
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