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"Accogliere e accompagnare la vita": l'appello della Chiesa.

I Vescovi annunciano il tema della Giornata per la Vita del 2014: "Generare futuro".


È stato diffuso il Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 36ª Giornata Nazionale per la vita, che si celebra come consuetudine la prima domenica di febbraio, il prossimo anno l’appuntamento è per il 2 febbraio 2014. Il titolo del messaggio per questa edizione è “Generare futuro”. La CEI nel messaggio richiama l’invito alla custodia della vita di Papa Francesco rivolto ai milioni di giovani riuniti per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio: “I figli sono la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?”.

I Vescovi italiani ci ricordano che “Generare ha in se il germe del futuro. [...]La nascita spalanca l’orizzonte verso passi ulteriori che disegneranno il suo futuro, quello dei suoi genitori e della società che lo circonda, nella quale egli è chiamato ad offrire un contributo originale”. Il messaggio pone l’accento sulla relazione tra generazione della vita, educazione e realtà sociale: la possibilità dei genitori di compiere pienamente le proprie scelte e il proprio ruolo rappresenta una risposta al periodo di crisi contemporaneo.

Da una parte emerge insistentemente il desiderio di generare nuova vita di genitori e giovani sposi, dall’altra però ci confrontiamo con politiche familiari inadeguate. Una combinazione che va scardinata per tornare ad una natalità positiva. Doppiamente positiva: sia nei confronti dei numeri dell’andamento demografico, sia nei confronti di una “cultura diffidente nei confronti della vita”. L’accoglienza della vita è infatti la cifra del “modello di civiltà e di cultura” che intendiamo promuovere realmente.

La Chiesa italiana ci ricorda inoltre che la difesa integrale della vita, dal concepimento alla morte naturale, ci chiama ad essere vigili nei confronti della “cultura dello scarto” denunciata da Papa Francesco. Come la famiglia, e la comunità degli uomini, accompagna la vita nascente così accompagna  chi è “rivestito di debolezza (Eb 5,2), ammalato, anziano, non autosufficiente, non solo restituendo quanto dovuto, ma facendo unità attorno alla persona ora fragile, bisognosa, affidata alle cure e alle mani provvide degli altri”. La conclusione del messaggio ci invita a “tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una comunità umana ancora unita e in crescita”.
Leggi il messaggio sul sito chiesacattolica.it

(Giovanna Sedda)

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