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Allarme: educazione sessuale a due anni.

“Come è andato il rientro all’asilo per tua figlia?” - “Alla grande, da quando giocano all’infermiera sexy si diverte di più”.

Ebbene si, mi serviva un attacco per catturare l’attenzione e ho esagerato con la fantasia, aggiungendo forse un pizzico di cattivo gusto. Ma la scenetta che ho immaginato non serve solo a creare, spero, un piccolo shock ma ipotizza un futuro non troppo lontano, o almeno questo è quello che si augura l’organizzazione mondiale della sanità. Nel 2010 è stato redatto dall’OMS un documento dal titolo “standars sexuality education” per il quale, pochi giorni fa, dalla stessa organizzazione è stato mandato a tutti i Ministeri della Sanità un vademecum come se i tempi iniziassero a farsi “troppo stretti”.

Come è facilmente immaginabile le 83 pagine pianificano un programma scolastico di educazione sessuale, diviso in fasce, per i bambini e ragazzi dai 2 ai 15 anni ma, in queste poche righe, preferisco non soffermarmi sui punti programmatici, che peraltro sono facilmente reperibili in rete, ma vorrei affrontare il perché ritengo che entrare così nella sessualità di un bambino, o giovane che sia, sia un oltraggio grave a tutto il genere umano. La sessualità è una componente fondamentale nella vita di ciascun individuo, e lo dico con la forza di chi sa di non poter essere smentito, ma il rapporto che ognuno di noi ha con questa rientra in quella sfera intima, avvolta da una placenta troppo fragile anche solo per essere sfiorata prima del tempo debito. Ricordo bene il giorno in cui chiesi a mio padre, medico, di sfatarmi il mito della cicogna. 

La spiegazione fu tecnica: spermatozoi, ovuli, embrioni, fecondazione e altri termini per me praticamente insignificanti... in altre parole: non ci capii un granché. Lo fece con tatto però, sapeva che qual bambino di 9 anni che aveva davanti, con quella domanda, aveva abbassato la maniglia di un portone che lo avrebbe catapultato in un nuovo mondo. Oggi anche per la sessualità potrebbe valere quello che il primo ministro francese George Clemenceau diceva a proposito della guerra: “una cosa troppo seria per lasciarla fare agli esperti”. E invece vai a vedere che finirà proprio così. Temo che tra un quinquennio il pensiero di mio padre sarà, per così dire, “fuori moda” se non addirittura “fuori legge”. La cosa migliore che i genitori potranno fare sarà tacere, alla sessualità dei loro figli ci penserà un prof, un libro di testo e qualche bella ideologia ‘genderistica’. 

E’ vero che i genitori possono avere visioni soggettive della sessualità, una “fonte informale di educazione”, ma non posso accettare di rendere l’onore della mente ad uno stato che si spaccia come custode della verità assoluta. Ma il vero problema non è solo qui. Alle molte persone che difendono i diritti fondamentali dell’uomo, quello alla vita ad esempio, sarà certamente capitato di essere etichettate come bigotte e clericali e mi permetto di dire non senza motivo. Qualche generazione fa in alcuni ambienti la parola “sesso” veniva detta sottovoce e quando veniva pronunciata non mancava la signora pronta ad arrossire o uno sguardo ammonitore per chi aveva osato troppo. Ma oggi la questione è diversa. Come spesso capita, ed è la storia che ce l’ha insegnato, le prospettive si ribaltano e l’opinione pubblica si trova, senza aver capito come, sull’altro estremo dell’altalena. Oggi sono altre le parole, i concetti, che qualcuno sta cercando di sradicare dal dizionario e dal cuore di ognuno di noi. 

C’è una cosa che ho notato leggendo il documento dell’OMS che mi ha sconvolto più delle altre. La masturbazione da 0 a 4 anni? La dichiarazione dell’identità di genere prima dei 6? Contraccezione e diritto all’aborto prima dei 12? Conoscenza/approvazione del sesso commerciale a 15? No...No amici miei. Non è questa tabella di marcia nazista che mi fa tremare. Viviamo nell’epoca di Youporn e nel decennio in cui un bambino ad 8 anni ha un profilo facebook autonomo e non controllato. C’è una cosa che mi ha scosso profondamente ed è la totale assenza del concetto di affettività, quella con la a maiuscola. Nelle 83 pagine che, senza freni ne inibizione, parlano di sesso, la parola amore non viene mai utilizzata. Un oltraggio all’essere umano ridotto nuovamente a bestia perché ad essere negato questa volta non è il concetto di famiglia, quello di fede o quello della vita , ma quello da cui tutti gli altri discendono. 

E a questo proposito mi balzano alla mente alcune parole di un Chesterton più premonitore del solito: “...tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. [...] Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.” 

Oggi ci ritroviamo in questa situazione e siamo chiamati a combattere la battaglia più difficile del nostro tempo, la battaglia di chi ha visto eppure ha creduto. Io domandai a mio padre della cicogna e vorrei che mio figlio, quando sarà, mi chiedesse lo stesso anche se temo che le domande saranno di ben altro Genere

Angelo Astrei

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