È scandaloso che lo stato del Texas scelga di salvare una vita?
Lo stato degli USA, tanto criticato per l’uso della pena di
morte, è oggi al centro delle polemiche per la scelta di salvare una vita. È esattamente
quello che ci si aspetterebbe da uno Stato, solo che questa volta ad essere tutelato
è un nascituro, a cui famiglia, partiti e associazioni prochoice augurano, al
contrario, la morte.
La situazione paradossale, che rischia di divenire ancora
più tragica di quanto non lo sia, riguarda Marlise, una giovane alla 14° settimana di
gravidanza che è stata colpita da un embolia.
Purtroppo al coma è sopraggiunta
la morte celebrale della donna. Al contrario il bambino nel suo grembo sta bene
e cresce. A questo punto della storia la famiglia di Marlise ha
chiesto di poter staccare i macchinari che ancora tengono in vita la donna e il
bambino, che potenzialmente può vivere fino alla conclusione della gravidanza. Il
rifiuto da parte dei medici è stato categorico: in Texas i dottori sono
obbligati ad adottare qualsiasi misura necessaria a salvare la vita dei bambini
non ancora nati.
Lynne Machado, la madre di Marlise, vorrebbe letteralmente “staccare
la spina” dicendosi sconvolta dall’opposizione dei medici e si difende alla NBC:
“mia figlia non è più lì”. Nonostante la necessaria sensibilità di fronte a una
condizione così delicata verrebbe però da chiedere: dov’è il figlio di Marlise? Dove dovrebbe essere
altrimenti? Dove ha diritto di essere?
GS
Nessun commento:
Posta un commento