Cos'è la vita? Forse qualcosa di troppo grande per immaginarlo, troppo astratto per dargli una definizione, troppo bella per descriverla a parole, troppo potente per poterla vincerle, troppo preziosa per non difenderla.
Eppure è tutto ciò che abbiamo, non possiamo toccarla, ma possiamo sentirla, possiamo percepire un flusso di energia e di forza che ci scorre dentro e ci rende invincibili, possiamo decidere se sfidarla, se proteggerla, se coltivarla o se lasciarla appassire. Possiamo decidere come sfruttare questo dono immenso che ci viene fatto fino a diventarne padroni. Ma spesso accade che l'egocentrismo, la superficialità, la spavalderia, l'incoscienza e la limitatezza che regnano tra gli uomini facciano perdere il senso del suo valore.Ed eccoci qua, noi uomini così "padroni del mondo", così attaccati alle cose materiali, al superfluo, a tutto ciò che è inutile, ma ci fa sentire utili. In un certo senso, più abbiamo più siamo importanti.. Ma se spostiamo i nostri occhi oltre lo schermo di uno Smartphone, possiamo capire che nel mondo c'è qualcosa che non va, che deve essere salvato in qualche modo. E se è vero che l'amore salverà il mondo, c'è il rischio di cadere nel baratro. Amore e vita sono due termini che si incastrano perfettamente l'uno con l'altro, la vita è figlia dell'amore, e dove c'è amore c'è vita. Non sono forse le due parole più banali e scontate oggi? Facebook, Twitter, social networks, likes, follower. Sono queste le parole di tendenza!
Prima di partecipare al Quarenghi mi ero quasi dimenticata di quando avessi bisogno di abbracciare mia madre, di scherzare con mio padre, di essere il cosiddetto "bastone della vecchiaia" di mia nonna.. Mi ero dimenticata di quanto dai gesti più semplici possa nascere qualcosa di grande e immenso.. Sono serviti anni e anni di studio scientifico, di progresso tecnologico e di rivoluzioni industriali per avere tutti i comfort di oggi per cui saremmo disposti a spendere qualsiasi cifra per rimanere al passo con i tempi. Invece l'amore è gratuito, esiste da sempre, noi stessi siamo fatti d'amore, siamo figli dell'amore, la nostra vita è il regalo più bello che mai si possa ricevere, nemmeno quando da piccoli scartiamo sotto l'albero la barbie di Natale o la nuova pista per le micro-machines si riesce a provare una felicità simile a quella che mi ha invaso dopo aver trascorso una settimana a Maratea.
Una settimana di confronto, condivisione, apertura mentale, crescita personale, maturazione interiore e, a volte, anche commozione. Parlare di temi caldi, che a volte bruciano, perché sono dure realtà che conosciamo, ma ignoriamo. Ignoriamo che c'è un bimbo non tanto lontano da noi che sta morendo di fame e povertà, non ascoltiamo il grido di una madre sola e smarrita che non sa come garantire ai suoi figli un'esistenza dignitosa, e, ancora di più, voltiamo le spalle a quella ragazza che porta in grembo un qualcosa di incredibilmente meraviglioso quanto spaventoso per chi non sa, per chi non vuole, per chi teme, per chi non crede, per chi si arrende.
Se dovessi dire in una sola frase ciò che mi ha insegnato il Quarenghi direi "non ci arrendiamo, ma lottiamo insieme per difendere ciò che è giusto, ciò che di da la forza per ripartire; proteggiamo la vita, diffondiamo l'amore!" Grazie per avermi permesso di riassaporare il sale della vita che sta diventando sempre più insipida, grazie per avermi dato la certezza che, come me, nel mondo c'è chi ancora non ha perso la speranza ed è pronto a lottare!
Rachele
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