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Film October Baby:

Un film per ricordare a tutti che, fin dall'inizio del concepimento, ogni nuova vita è "uno di noi”.

Come sempre serve prospettiva: per esaminare qualunque cosa, per provare ad esprimere un giudizio, per capire la verità, bisogna allontanarsi un po’ dal sistema, aspettare che passi qualche tempo e poi la verità vien fuori quasi da sé o per lo meno con maggior evidenza. Lo scorrere del tempo è spesso un percorso inevitabile.


October Baby, dei fratelli Andrew e Jon Erwin, ha ricevuto dai giurati del FiuggiFamilyFestival una menzione speciale per "il coraggio e la passione con cui affronta un argomento così controverso, quale è l'accoglienza della vita alla nascita. Tipica espressione della cultura pro-life statunitense, le vicende di Hannah restituiscono allo spettatore, e soprattutto ai giovani, la bellezza e la speranza della vita, che anche quando è difficile, fragile o incerta, rimane 'un cosa meravigliosa'.

La storia di una ragazza che, a 19 anni, scopre di essere sopravvissuta ad un aborto fallito e data in adozione. Una Storia vera, semplice, forse quasi scontata, come spesso è scontata la vita: è un impatto non da niente per una ragazza di 19 anni, che da sempre soffre di sintomi respiratori e neurologici di non facile interpretazione, scoprire di essere nata prematura di 24 settimane, frutto di un aborto fallito, e di essere stata adottata.

Una storia che si svolge tra l’incubo e la rabbia per non essere stata riconosciuta da subito per quello che era: un essere umano. Troppo dolore da perdonare: che i suoi non l’abbiano fatta vivere nell’inganno di “sentirsi una come tutti gli altri”, che in qualche modo le rendano difficile il ritrovare la sua vera madre, che le abbiano nascosto altri particolari della sua nascita...

Lei aveva diritto di sapere, avrebbe avuto la forza di sopportare,  e il tempo necessario a capire e perdonare la madre biologica che l’aveva  considerata un semplice “tessuto fetale” , che non l’aveva voluta, e che continuava a non volerla.

[...] “Non sono solo un tessuto” afferma Hannah tra le lacrime, al presente, perché non c’è differenza tra ciò
che era al momento dell’aborto e ciò che è adesso nella bellezza gloriosa deisuoi 19 anni. Guardare la realtà
dalla parte del bambino, senza mai, neppure per un momento trascurare o tanto meno condannare, le situazioni dei “già nati”: “Quanto male potevo fare?” si interroga Hannah.

Forse come mai in altri racconti l’identità tra il concepito e il già nato risalta con tanta energia, in una ragazza consapevole della sua dignità. Anche se un po' acerbo narrativamente October Baby merita comunque di essere visto in Italia, per ricordare a tutti che, fin dall'inizio del concepimento, ogni nuova vita è "uno di noi”.

Fonte MpV (vai al link) Autore Antonella Bevere Astrei

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