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Maternità surrogata: è caos internazionale

Assuntina Morresi affronta il tema della confusione legislativa dietro il fenomeno degli “uteri in affitto”.

La giornalista su Avvenire.it ci spiega come la maternità surrogata più che una risposta ai problemi di infertilità si presenta oggi come una seria questione internazionale. Il Parlamento Europeo ha condannato questa pratica  già tre anni fa con una risoluzione datata 5 aprile 2011.

La Morresi ci ricorda anche come la dimensione del fenomeno sia pressoché sconosciuta: alcune stime parlano di una crescita del 100% da 2006 al 2010. Ma a rendere più confuso il panorama è soprattutto l’aspetto legale che investe non tanto i genitori quanto i bambini nati per “conto terzi”. Non è semplice infatti redimere questioni di diritto in merito al riconoscimento dei genitori e alla cittadinanza.

Di fatto le situazioni di diritto sono tre: gli ordinamenti che vietano la maternità surrogata, quelli che non hanno alcuna regolamentazione, quelli che al contrario la consentono e la regolano e infine quelli che oltre a permetterla ammettono la possibilità di pagamenti alle madri. Tra questi ultimi troviamo la Georgia, l’India, la Russia, la Tailandia, l’Uganda e l’Ukraina oltre a 18 stati degli USA.

Tuttavia l’accesso ai contratti previsti per la maternità surrogata è consentito anche ai cittadini di stati terzi. Da qui il carattere internazionale del fenomeno e il flusso di aspiranti genitori, e relativo denaro, che attraversano le frontiere degli Stati in cerca di una normativa favorevole. Ciò ha fatto di questi paesi quelli che Assuntina Morresi definisce come “hubs” per le coppie in cerca di uteri in affitto.

(Giovani Prolife)

Per saperne di più leggi l’articolo integrale:
http://www.avvenire.it/Vita/Pagine/uteroaffitto.aspx

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