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Dare è la migliore comunicazione.

Le ragioni del volontariato spiegate in un video virale.


Non mi è mai stata particolarmente simpatica come modalità, perché l’ho sempre considerata un po’ violenta, un po’ invasiva, nel suo non lasciare possibilità di scelta nell’entrarvi in contatto oppure no. Beh, mi sbagliavo o almeno, io personalmente, ho cambiato idea. Da qualche giorno si trova di frequente sui principali social network un video che si intitola “dare è la migliore comunicazione”.

Incuriosita da titolo, e avendo un debole per la formazione sulla comunicazione, ho ceduto alla tentazione di guardare il video, vincendo la mia critica nei confronti delle aziende che usano materiale fortemente emotivo per vendere il proprio prodotto. E la descrizione del video mi dava questa conferma: “Dare è la migliore comunicazione’ è il motto usato per lo spot pubblicitario dell’azienda thailandese di telecomunicazioni True Move H, un capolavoro di bellezza della durata di tre minuti”. Ma mi incuriosiva, allo stesso tempo. Pensavo già alle critiche che gli avrei potuto muovere.

È al minuto 1:52 che ho cambiato idea, quando mi sono accorta di avere gli occhi lucidi. E a riflettere sulla profondità del messaggio. In tre minuti si raccontano trent’anni di vita: un bambino che ruba delle medicine perché la mamma è malata, che viene sgridato dalla padrona del negozio ed aiutato dal proprietario del ristorante affianco che assiste alla scena ed è capace di andare oltre i fatti e indagare sulle ragioni del gesto.

Capisce la necessità, senza troppe parole, anzi senza alcuna parola, basta un gesto del bambino che annuisce alla sua domanda. E, oltre alla medicina gli regala una zuppa di verdure. La vita continua così per il ristoratore che nella sua attività continua a riservare attenzione ai più bisognosi. Una vita che ha a cuore l’altro, quello più in difficoltà. Ma, c’è sempre un ma nelle storie. Il ristoratore si ammala e deve ricorrere a un intervento molto delicato che non si può permettere dal punto di vista economico.

La figlia è disperata. Se non che… non voglio rovinare il finale e qui vi linko il video. http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=nKWnhYxyIPE Anche perché vale la pena di spendere tre minuti della nostra giornata per capire, che la vita va vissuta appieno e che possiamo fare questo solo nel dono all’altro. L’amore per il vicino, la solidarietà, l’attenzione per il bisognoso sono i sentimenti che caratterizzano l’uomo e ne fanno una netta differenza con l’essere vivente. L’uomo in pienezza è fatto per amare, e si ama solo donando un poco di sé agli altri.

La morale non è che facendo bene si avrà qualcosa in cambio, o meglio è così solo nel senso più profondo. Perché la gioia di dare è la più grande ed è il sentirci utili a qualcun altro che ci fa sentire veramente vivi. Ed è questo il dono che ci viene dato in cambio, per ogni volta che ci mettiamo al servizio dell’altro.

Giovanna Sedda

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