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4/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.

La nostra società ha bisogno oggi di solidarietà rinnovata, di uomini e donne che la abitino con responsabilità e siano messi in condizione di svolgere il loro compito di padri e madri, impegnati a superare l’attuale crisi demografica e, con essa, tutte le forme di esclusione. Una esclusione che tocca in particolare chi è ammalato e anziano, magari con il ricorso a forme mascherate di eutanasia. Vengono meno così il senso dell’umano e la capacità del farsi carico che stanno a fondamento della società. “È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni 
persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori”.

Come un giorno si è stati accolti e accompagnati alla vita dai genitori, che rendono presente la più ampia comunità umana, così nella fase finale la famiglia e la comunità umana accompagnano chi è “rivestito di debolezza” (Eb 5,2), ammalato, anziano, non autosufficiente, non solo restituendo quanto dovuto, ma facendo unità attorno alla persona ora fragile, bisognosa, affidata alle cure e alle mani provvide degli altri. Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una comunità umana ancora unita e in crescita, consapevoli che “un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”.


Come si costruisce una civiltà della vita e dell’amore? Gli ingredienti proposti dalla Chiesa Italiana sono essenzialmente due: la solidarietà, il senso dell’umano. La solidarietà è così la cura della malattia dell’esclusione che prolifera con la crisi economica nel nostro tessuto sociale. Si tratta di una cura che prevede il “prendersi cura” la custodia dell’altro come premessa di qualsiasi custodia. Possiamo custodire il creato senza custodire l’uomo?

Di fronte a tanto attivismo pubblico nei confronti dell’ambiente dovremmo recuperare il senso dell’ecologia umana indicata da Benedetto XVI: “la dignità della persona umana non cambia con il fluttuare delle opinioni. Il rispetto della sua aspirazione alla giustizia e alla pace consente la costruzione di una società che promuove se stessa quando sostiene la famiglia o quando rifiuta, per esempio, il primato esclusivo delle finanze. Un Paese vive della pienezza della vita dei cittadini che lo compongono”.

Ma questa cura dell’altro è al tempo stesso esigenza della vita pubblica e vocazione della vita personale. In questo ambito la riscoperta del senso dell’uomo, della cura ha il senso dell’amore: l’amore sponsale che genera la vita, l’amore filiale che cura la vita fino alla fine. In questo senso, come afferma il messaggio dei Vescovi italiani “Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno”. Ci piace allora concludere con l’invito di Giovanni Paolo II: “rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana!”. Buona Giornata per la vita a tutti!

Giovani prolife.

Leggi la prima parte qui: 1/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la seconda parte qui: 2/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la terza parte qui: 3/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la quarta parte qui: 4/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi il messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2014 qui: Chiesa Cattolica.

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