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Giornata per la Vita: festa e impegno.

Gioia corale e tanto impegno nelle diocesi. Papa Francesco: Ognuno si senta chiamato ad amare e servire la vita.

La Giornata per la Vita indetta dalla Chiesa Italiana è stata celebrata in tutte le diocesi italiane. Il tema scelto dai Vescovi per questa edizione è “Generare Futuro”, spiegato nel consueto messaggio della Conferenza Episcopale: “Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una comunità umana ancora unita e in crescita”. Proprio al messaggio per l’edizione 2014 è dedicata una riflessione in quattro tappe del blog giovaniprolife.org (il nostro approfondimento Generare futuro, leggi qui

Insieme alle comunità diocesane tanti volontari del Movimento per la Vita Italiano impegnati nella raccolta fondi: una primula in cambio di un contributo per sostenere le azioni concrete del Movimento in difesa della vita. Numerose anche le iniziative di sensibilizzazione da parte delle sedi locali: incontri, dibattiti, testimonianze e proiezioni. Un’ occasione speciale per conoscere il nostro volontariato al fianco delle madri in difficoltà e l’impegno culturale e politico per una società accogliente nei confronti della vita.

 L’esperienza dell’iniziativa europea Uno di Noi è il segno che la difesa della vita è “il punto di partenza di un generale rinnovamento civile” lo afferma Carlo Casini. Presidente MpV, nell’editoriale dell’edizione speciale del mensile del Sìallavita dedicata alla Giornata per la Vita (leggi qui) Per il presidente occorre “Ripetere con Lejeune “The man is a man” è come dire “ciascun essere umano è sempre uno di noi”. E’ l’essenziale, il cuore della questione antropologica”. 

Anche Papa Francesco ha ricordato nell’Angelus l’importanza della difesa della vita dichiarando il suo apprezzamento per le iniziative in atto nella Diocesi di Roma: “Ognuno, nel proprio ruolo e nel proprio ambito, si senta chiamato ad amare e servire la vita, ad accoglierla, rispettarla e promuoverla, specialmente quando è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, dal grembo materno fino alla sua fine su questa terra”.

4/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.

La nostra società ha bisogno oggi di solidarietà rinnovata, di uomini e donne che la abitino con responsabilità e siano messi in condizione di svolgere il loro compito di padri e madri, impegnati a superare l’attuale crisi demografica e, con essa, tutte le forme di esclusione. Una esclusione che tocca in particolare chi è ammalato e anziano, magari con il ricorso a forme mascherate di eutanasia. Vengono meno così il senso dell’umano e la capacità del farsi carico che stanno a fondamento della società. “È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni 
persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori”.

Come un giorno si è stati accolti e accompagnati alla vita dai genitori, che rendono presente la più ampia comunità umana, così nella fase finale la famiglia e la comunità umana accompagnano chi è “rivestito di debolezza” (Eb 5,2), ammalato, anziano, non autosufficiente, non solo restituendo quanto dovuto, ma facendo unità attorno alla persona ora fragile, bisognosa, affidata alle cure e alle mani provvide degli altri. Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno, indispensabile per prospettare una comunità umana ancora unita e in crescita, consapevoli che “un popolo che non si prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro, perché maltratta la memoria e la promessa”.


Come si costruisce una civiltà della vita e dell’amore? Gli ingredienti proposti dalla Chiesa Italiana sono essenzialmente due: la solidarietà, il senso dell’umano. La solidarietà è così la cura della malattia dell’esclusione che prolifera con la crisi economica nel nostro tessuto sociale. Si tratta di una cura che prevede il “prendersi cura” la custodia dell’altro come premessa di qualsiasi custodia. Possiamo custodire il creato senza custodire l’uomo?

Di fronte a tanto attivismo pubblico nei confronti dell’ambiente dovremmo recuperare il senso dell’ecologia umana indicata da Benedetto XVI: “la dignità della persona umana non cambia con il fluttuare delle opinioni. Il rispetto della sua aspirazione alla giustizia e alla pace consente la costruzione di una società che promuove se stessa quando sostiene la famiglia o quando rifiuta, per esempio, il primato esclusivo delle finanze. Un Paese vive della pienezza della vita dei cittadini che lo compongono”.

Ma questa cura dell’altro è al tempo stesso esigenza della vita pubblica e vocazione della vita personale. In questo ambito la riscoperta del senso dell’uomo, della cura ha il senso dell’amore: l’amore sponsale che genera la vita, l’amore filiale che cura la vita fino alla fine. In questo senso, come afferma il messaggio dei Vescovi italiani “Generare futuro è tenere ben ferma e alta questa relazione di amore e di sostegno”. Ci piace allora concludere con l’invito di Giovanni Paolo II: “rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana!”. Buona Giornata per la vita a tutti!

Giovani prolife.

Leggi la prima parte qui: 1/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la seconda parte qui: 2/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la terza parte qui: 3/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la quarta parte qui: 4/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi il messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2014 qui: Chiesa Cattolica.

3/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.

La società tutta è chiamata a interrogarsi e a decidere quale modello di civiltà e quale cultura intende promuovere, a cominciare da quella palestra decisiva per le nuove generazioni che è la scuola. Per porre i mattoni del futuro siamo sollecitati ad andare verso le periferie esistenziali della società, sostenendo donne, uomini e comunità che si impegnino, come afferma Papa Francesco, per un’autentica “cultura dell’incontro”. Educando al dialogo tra le generazioni potremo unire in modo fecondo la speranza e le fatiche dei giovani con la saggezza, l’esperienza di vita e la tenacia degli anziani.

La cultura dell’incontro è indispensabile per coltivare il valore della vita in tutte le sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando di giorno in giorno, accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale termine, e superare così la cultura dello “scarto”. Si tratta di accogliere con stupore la vita, il mistero che la abita, la sua forza sorgiva, come realtà che sorregge tutte le altre, che è data e si impone da sé e pertanto non può essere soggetta all’arbitrio dell’uomo.

L’alleanza per la vita è capace di suscitare ancora autentico progresso per la nostra società, anche da un punto di vista materiale. Infatti il ricorso all’aborto priva ogni anno il nostro Paese anche dell’apporto prezioso di tanti nuovi uomini e donne. Se lamentiamo l’emorragia di energie positive che vive il nostro Paese con l’emigrazione forzata di persone – spesso giovani – dotate di preparazione e professionalità eccellenti, dobbiamo ancor più deplorare il mancato contributo di coloro ai quali è stato impedito di nascere. Ancora oggi, nascere non è una prospettiva sicura per chi ha ricevuto, con il concepimento, il dono della vita. È davvero preoccupante considerare come in Italia l’aspettativa di vita media di un essere umano cali vistosamente se lo consideriamo non alla nascita, ma al concepimento.


La domanda dei Vescovi italiani per tutti noi è “quale modello di civiltà vogliamo?”. Nella poliedricità della visione di sviluppo, che ogni popolo porta con sé, esistono dei fondamentali antropologici che non possono essere ulteriormente tradotti, ne tanto meno ridotti. Ed in questa visione del futuro la famiglia rappresenta un elemento irrinunciabile per il suo stesso ruolo di generazione della vita.

Proprio l’attenzione alla vita deve condurre il nostro sguardo verso le “periferie” dell’esistenza additate da papa Francesco sin dai primi giorni del suo pontificato. In queste periferie oltre alla povertà materiale troviamo la povertà umana generata dalla “pochezza” di valori, di disponibilità, di dialogo. La cultura dell’incontro è al contrario indispensabile al riconoscimento del valore della vita: esso non si impone, piuttosto si testimonia e si vive.

Accade nel nostro Paese che “nascere non è una prospettiva sicura” per quanti hanno oggi il dono della vita e sono minacciati dall’incombenza dell’aborto e della selezione. Per cambiare questo dato di fatto occorre rinnovare l’appello di Giovanni Paolo II: “Urge una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia a favore della vita”. A questo appello dobbiamo rispondere insieme, nel volontariato, nell’impegno politico quanto pastorale, nella testimonianza concreta e quotidiana. Questo vuol dire rispondere alla nostra domanda iniziale: la civiltà che vogliamo è la civiltà della vita e dell’amore.

Giovani prolife.

Leggi la prima parte qui: 1/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la seconda parte qui: 2/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la terza parte qui: 3/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro .
Leggi la quarta parte qui: 4/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro (appena sarà disponibile).
Leggi il messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2014 qui: Chiesa Cattolica.

2/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.

Ogni figlio è volto del “Signore amante della vita” (Sap 11,26), dono per la famiglia e per la società. Generare la vita è generare il futuro anche e soprattutto oggi, nel tempo della crisi; da essa si può uscire mettendo i genitori nella condizione di realizzare le loro scelte e i loro progetti.

La testimonianza di giovani sposi e i dati che emergono da inchieste recenti indicano ancora un grande desiderio di generare, che resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita. Favorire questa aspirazione (valutata nella percentuale di 2,2 figli per donna sull’attuale 1,3 di tasso di natalità) porterebbe a invertire la tendenza negativa della natalità, e soprattutto ad arricchirci del contributo unico dei figli, autentico bene sociale oltre che segno fecondo dell’amore sponsale.

Il messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata per la Vita del 2014 ci ricorda il ruolo della famiglia, come reale promotrice del futuro. È infatti la famiglia la sede in cui attraverso il dono della vita il futuro rappresentato dai figli, cittadini di domani, nasce e si forma. I genitori tuttavia necessitano il sostegno di quelle stesse istituzioni sociali a cui, attraverso la generazione della vita, assicurano il futuro e il progresso.

Già due anni fa la CEI aveva lanciato l’allarme affinché la questione demografica entrasse finalmente e sul serio nell’agenda politica. I vescovi non mancano di denunciare la mortificazione del desiderio della vita da parte del governo della cosa pubblica. Non solo siamo ancora qui ad attendere che tra gli spiragli degli incontri di governo spunti una proposta credibile a sostegno della famiglia e della vita, ma si sono aggiunte nuove nuvole scure all’orizzonte. Una mortificazione multiforme a cui sempre più si affiancano veri e propri attacchi ideologici volti a sminuire, se non addirittura smantellare, il ruolo della famiglia naturale. Un insieme di azioni scoraggianti che privano il nostro futuro di quel “autentico bene sociale” costituito dai figli.

L’Europa, e l’Italia contribuisce al risultato, ha il tasso di natalità più basso nel mondo, solo 1,47 figli per famiglia, mentre dovrebbe superare le 2 unità per garantire il giusto equilibrio. La dimensione politica influisce sulla dimensione demografica e finisce con l’influire tanto sulla dinamica economica quanto sulla sostenibilità della nostra società. Come ha ricordato nella sua esortazione papa Francesco, «La crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi è una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell’essere umano!» (n. 55). Non possiamo permettere il primato dell’economia sull’uomo, sulla famiglia, in gioco c’è il nostro bene più prezioso: la speranza del futuro racchiusa in ogni nuova vita.

Giovani prolife.

Leggi la prima parte qui: 1/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la seconda parte qui: 2/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.
Leggi la terza parte qui: 3/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro (appena sarà disponibile).
Leggi la quarta parte qui: 4/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro (appena sarà disponibile).
Leggi il messaggio dei Vescovi per la Giornata per la Vita 2014 qui: Chiesa Cattolica.

1/4 Giornata per la Vita: Generare Futuro.

Una riflessione a tappe sul messaggio del Consiglio Episcopale per la 36a edizione.

“I figli sono la pupilla dei nostri occhi… Che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?”. Così Papa Francesco all’apertura della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù ha illuminato ed esortato tutti alla custodia della vita, ricordando che generare ha in sé il germe del futuro. Il figlio si protende verso il domani fin dal grembo materno, accompagnato dalla scelta provvida e consapevole di un uomo e di una donna che si fanno collaboratori del Creatore. 

La nascita spalanca l’orizzonte verso passi ulteriori che disegneranno il suo futuro, quello dei suoi genitori e della società che lo circonda, nella quale egli è chiamato ad offrire un contributo originale. Questo percorso mette in evidenza “il nesso stretto tra educare e generare: la relazione educativa si innesta nell’atto generativo e nell’esperienza dell’essere figli”, nella consapevolezza che “il bambino impara a vivere guardando ai genitori e agli adulti”.

Viviamo in un periodo segnato dalle profonde ferite della crisi economica che è presto diventata una emergenza sociale. In questo panorama desolante, spesso segnato dalla perdita di fiducia nel domani, i vescovi italiani hanno scelto di puntare proprio a quel domani partendo proprio dalle sue origini: il futuro nasce dalla vita generata. 

Il tema della 36a edizione della Giornata per la Vita è "Generare futuro": un binomio che racchiude al tempo stesso la speranza e la responsabilità. Così come siamo chiamati a declinare la speranza in chiave sociale e la responsabilità in chiave familiare dobbiamo, altresì, ricordare la responsabilità di personale nelle vicende sociali e guardare con speranza alla fecondità familiare. Questo perchè nel rispetto e nella cura della vita nascente possiamo riconoscere il principio di ogni tutela della dignità umana.

Papa Francesco ha ricordato questo profondo legame nell'esortazione Evangelli Gaudium: "questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà" (EG 213).

Giovani prolife.

Leggi il messaggio completo qui: Chiesa Cattolica

 
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