La
settimana di formazione dei giovani del Movimento Per la Vita si avvia alla
conclusione. Non prima, però, di avere lasciato ai ragazzi importanti domande
che li guideranno in una riflessione che non potrà fermarsi a queste giornate.
L’accoglienza è uno stile di vita e non può racchiudersi in format prefissati,
è crescita essa stessa. Per questo, il programma di formazione del Seminario
Quarenghi spazia e abbraccia tutte le realtà che si possono incontrare nella
vita quotidiana: dal bambino concepito, alla persona con malattie genetiche, al
malato terminale, alla persona che incontriamo in autobus.
La
giornata di venerdì è stata dedicata alla sempre più attuale riflessione sulla
realtà dei rifugiati politici. Uomini e donne costretti a rinunciare alla propria
vita nella propria scuola, città, nazione per mettersi in viaggio verso una
possibilità di sopravvivenza. È la storia di Amara, 20 anni, che racconta la
sua fuga dal Mali e dalla persecuzione dei jihadisti: “lì mi aspettava la morte
sicura, il mare una morte probabile”. Amara arriva in Italia dopo un anno e
mezzo di viaggio, intervallato da periodi di lavoro forzato, permanenza nel
deserto, trasporti in condizioni disumane. Anche la richiesta di asilo politico
non è scontata, ma Amara – ripete più volte- è stato fortunato. A Roma, Amara
incontra la realtà del Sacro Cuore che si occupa, tra le altre attività, di
rifugiati. Qui impara l’italiano e riesce a ottenere il diploma di terza media,
poi studia informatica e si inserisce sempre più nella realtà romana. “Si
tratta di esperienze di resurrezione di questi giovani” ci spiega Vittoria De
Santis, volontaria all’interno del progetto missionario del Sacro Cuore, perché
“ognuno diventa generatore di vita per l’altro”.
I
ragazzi sono poi accompagnati in questo percorso di accoglienza a 360 gradi da Arturo
Bongiovanni, giovane avvocato molto attivo nella diffusione del valore della
vita nelle scuole secondarie. Arturo ha spiegato in modo rapido ma completo la
legislazione sull’aborto e le sue inquietanti implicazioni e la legge 40 sulla
procreazione medicalmente assistita, nella sua impostazione e nelle sue
modifiche per via giurisprudenziale, che purtroppo hanno molto marginalizzato
le tutele che essa poneva inizialmente. In seguito, attraverso il riferimento a
figure come Martin Luther King, Nelson Mandela e Don Lorenzo Milani, ha
esortato i ragazzi a spendersi nella difesa e nel volontariato per la vita,
mostrando come minoranze in apparenza insignificanti siano state, nella storia,
artefici dei cambiamenti che hanno reso il mondo un po’ più giusto. Arturo ha
concluso citando l’esempio di accoglienza della vita di Chiara Corbella, una
madre coraggiosa che ha rinviato le cure per il tumore da cui era affetta per
non compromettere la gravidanza in corso, riuscendo a salvare il suo bambino
pur a prezzo della sua vita; Chiara è morta a soli ventotto anni ma con il
sorriso sulle labbra.
Nessun commento:
Posta un commento