La mamma premiata in Mississipi si dice orgogliosa: "ha scelto da sola". Sicuramente ha scelto la solitudine.
La mamma dell’anno racconta orgogliosamente come la sua figlia (quindicenne) sia giunta alla scelta dell’aborto decidendo “tutto da sola”... Eppure il ruolo della madre è per sua stessa ammissione cruciale. La mamma infatti non ha elemosinato infatti di raccontare la sua dura esperienza di ragazza madre. Così sempre perché la figlia decidesse tutto da sola, la mamma racconta come ha aiutato la figlia a finanziare il suo aborto, iniziando a lavorare come assistente della clinica il giorno stesso dell’intervento.
Alla fine c’è spazio anche per la figlia che alla domanda “ti senti triste” non può che rispondere ovviamente con un sì, nonostante la mamma avesse descritto l’esperienza dell’aborto con toni orgogliosi parlando di “empowerment” femminile e altri argomenti simili. Alla quindicenne Kayla rimane solo la confusa consolazione che “lo spirito della mancata bambina, a cui ho dato il nome di Mariah, andrà nel grembo di un’altra mamma che è pronta ad accoglierla”.
Fa riflettere che una scelta tanto contraria alla vita non possa far a meno di un appiglio di sacralità, in qualche modo di vita, di immortalità. Questo perché nella realtà, - come scrive la Mazzantini in “Non ti muovere” - le persone che muoiono non sappiamo dove vanno, sappiamo dove rimangono. E non mancano anche da noi medici abortisti che dicono alle loro pazienti, “questo bambino tornerà quando sarai più pronta”. Ma se una scelta ha bisogno di essere mascherata con una simile ridicola illusione può essere giusta? Autentica? Forse le madri di queste giovani mamme dovrebbero iniziare a fare le nonne con buona pace del titolo di “mamma dell’anno”.
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Leggi il post della "mamma dell'anno": helastabortionclinic.wordpress.com
(TE/Giovani Prolife. Foto: sarahwynne)
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