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Miracolo d’amore: non il film natalizio, ma la realtà della vita.

La mamma in coma da alla luce la bimba e poi si sveglia.


Mi ha sempre affascinata un detto ebraico, un detto che con una semplicità estrema dice che Dio ci avrebbe creato per sentirsi raccontare storie… Eh sì, le nostre storie, storie di vita ognuna diversa dall’altra che, granello granello, costruiscono un universo. Ancora più bello è pensare che queste storie possano viaggiare tra i continenti, attraversare gli oceani ed entrare nei cuori di coloro che magari non consoceremo mai.
Forse è stato questo il viaggio che la meravigliosa vicenda di Erica, Nathan ed Elayna ha fatto… il racconto di un vero e proprio miracolo d’amore. Erica e Nathan, infatti, sono una coppia come tante, lei è incinta e tutto procede per il meglio, quando un giorno, sul lavoro, la donna accusa un malore che la fa subito svenire. Accorrono i primi soccorsi, ma la situazione, inspiegabilmente, è più grave di ciò che si pensa. In ospedale, il cuore di Erica si ferma, che vorrebbe dire clinicamente morta. I medici le praticano un cesareo d’urgenza, teoricamente post-mortem, anche se la bambina sarebbe dovuta nascere dopo tre settimane.

Elayna – è questo il nome della bimba- nasce tra lo sconcerto di chi si trova coinvolto in quella situazione. Uno strano scherzo del destino: una Vita viene alla luce e una che poco prima si spegne, così, senza un valido motivo. Ma si sa che, proprio nei momenti più inaspettati, accade dell’incredibile. Quasi come in una scena da film, infatti, proprio dopo il parto il cuore di mamma Erika ricomincia pian piano a battere. Mille accertamenti post parto hanno appurato che la donna, in realtà soffriva di “cardiomiopatia ipertrofica”, una patologia di tipo genetico che non necessariamente riduce la durata della vita, o ha un sostanziale impatto sulla qualità della stessa, ma che andrebbe tenuta sotto controllo per evitare il dramma che Elayna ha sfiorato. “Lo stress, infatti, in questo caso causato dalla gravidanza, può essere letale quando la patologia non è controllata farmacologicamente.”

Queste le parole della scienza, sempre pronta e saccente in tutto. Difficile invece scrivere ora le mie, perchè, a dirla tutta… sono davvero rimasta senza. Forse, di fronte a questi eventi così imponenti, che per chi crede hanno il sapore di un vero miracolo, si può rimanere in silenzio ad osservare e riflettere… con un senso di Stupore dentro, che poche volte si prova. Lo Stupore, no, non è un errore di battitura, ha la S maiuscola ed è quello che rende vivo il mondo e noi stessi, quello che ci permette di cogliere appieno le sfumature di una Vita così piena di colori, di disegni talvolta inaspettati…. che a rivederli con anni di distanza sembrano avere forme diverse, quasi più morbide in quei punti che percepivamo tanto spigolosi. La storia di Elayna mi lascia tante suggestioni, ma la più forte indubbiamente è proprio questa: mai smettere di sperare in qualcosa di meglio, di più grande, di più bello. Sarà poi la Vita a sorprenderci, anche sopra le nostre aspettative!

D.S.

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