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I giovani prolife: tanti “Uno di noi”



Si sta per concludere la raccolta firme “Uno di noi”, con la quale il Movimento Per la Vita Italiano e diverse Associazioni vogliono chiedere al Parlamento Europeo che il concepito venga riconosciuto come persona, interrompendo in primis il finanziamento europeo nei confronti delle ricerche si si servano e distruggano cellule staminali embrionali.

I risultati della raccolta sono stati ottimi: 500 mila firme solo in Italia! Non è certo il momento di arrendersi o di fermarsi ad ammirare i risultati, pensando a quanto siamo stati bravi nel portare avanti questa iniziativa. È al contrario tempo del rush finale, di quella spinta energica che nonostante l’obiettivo sia stato raggiunto, è quella che ci dà ancor più entusiasmo. E non si tratta di soddisfazione, né personale né comunitario. Si tratta di una forza che si può definire un nuovo entusiasmo che si genera con la constatazione di non essere soli, di essere realmente un popolo che insieme vuole affermare che la vita è meravigliosa e va tutelata, sempre e comunque.

È però, sempre, il momento di dire grazie. Un grazie che va a ogni persona che ha firmato e a ogni persona che ha passato parola, divulgando l’iniziativa che si pone dalla parte dei diritti di chi non ha voce, del più debole tra i deboli. A volte è una causa difficile, proprio perché la voce non si sente e gli occhi non vedono. Ma a tutto ciò sopperisce il cuore, l’unico capace di andare oltre la percezione sensibile e di arrivare a cogliere tutte le sfumature, talvolta intangibili, e la vera essenza delle cose.

I ringraziamenti vanno senz’altro alla Presidenza del MPV , ai comitati nazionali, al coordinamento europeo. Ma ci piace ringraziare anche quanti, si sono adoperati nel silenzio e umilmente e sono passati inosservati. Grazie, Giovani Prolife, per tutti i banchetti fatti per le strade, per le varie raccolte firme che avete organizzato o per cui avete prestato servizio, per la gioia che avete negli occhi nel diffondere questa bella notizia, che la vita è ciò che abbiamo di più caro e dobbiamo custodirla come il più prezioso dei tesori, e perché lo fate nel modo più genuino, cantando a squarciagola la canzone o difendendo con passione un’obiezione. Voi sapete che il dono della vita non si protegge chiudendolo in cassaforte ma mettendosi al servizio dell’altro. Ed è ciò che voi testimoniate con il vostro volontariato. Grazie.

Giovanna Sedda

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