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Bocciatura Uno di Noi: l'autogol europeo.


Una stroncatura feroce... La comunicazione della Commissione Europea che di fatto ferma l’iter della prima Iniziativa dei Cittadini Europei è un complicato mix velenoso. 


La Commissione europea da una parte finge di non vedere la pressante richiesta per la tutela del diritto alla vita, giunta da oltre due milioni di cittadini, dall’altra finge di assolvere a tale richiesta col mantra dei diritti riproduttivi, perorato da poche potenti lobbies. L'iniziativa in difesa del concepito aveva sfiorato i due milioni di adesioni , per la presentazione basta un milione di firme, superando le altre due proposte avanzate alla Commissione. Con questo risultato tanto immediato i cittadini europei hanno rimesso al centro dell’agenda politica dell'Unione la difesa della vita umana.

Una stroncatura miope... perché giunge proprio in un momento di forte disaffezione dei cittadini e degli elettori nei confronti delle istituzioni europee. Così questa Commissione conferma la sua indifferenza agli elettori europei sempre più sedotti dai fronti antieuropeisti. E proprio lo strumento dell’Iniziativa dei Cittadini, prevista dal Trattato di Lisbona per riallacciare il filo democratico tra cittadini e governo dell’UE, viene licenziata in meno di quaranta pagine.

Iniziativa europea Uno di Noi,
un momento della raccolta firme.
Per Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano, la Commissione conferma “quel deficit di democrazia che rappresenta il problema più grave che affligge la Ue e che pone a rischio il futuro del grande sogno europeo. [...] Hanno ignorato una volontà popolare diffusa che avrebbe meritato ben altra attenzione ed almeno un serio dibattito nelle aule dell'Europarlamento che fino a prova contraria è l'unica istituzione eletta dal popolo”. L’on. Casini commenta anche la tempistica, tutto è avvenuto “nel modo più subdolo aspettando il vuoto di potere democratico con il Parlamento sciolto e non ancora ricostituito e dribblando le elezioni che avrebbero potuto essere segnate dalla giusta indignazione popolare. Ma quei burocrati e le lobby che li sostengono non si illudano di aver messo definitivamente in cantina la questione”.

“Grave tradimento della volontà popolare” è il commento dell’Associazione Scienza & Vita, altrettanto indignato il coro di risposte delle tante associazioni che hanno sostenuto l’iniziativa in tutta l’Europa. Mentre si studiano i prossimi passi, ancora una volta il percorso della difesa della vita si presenta come un cammino in salita... Ma i prolife sono pronti anche per questa nuova sfida!

Giovani prolife.

Il concepito al primo posto.

L'iniziativa Uno di noi è la prima per firme raccolte nell'Unione Europea.


L'iniziativa proposta in difesa del concepito sfiora i due milioni di firme superando le altre due proposte, su acqua pubblica e vivisezione, presentate alla Commissione. Con questo risultato tanto immediato i cittadini europei hanno rimesso al centro della vita democratica dell'Unione la difesa della vita umana, quello stesso desiderio che ha visto nascere il progetto comunitario come progetto di fraternità tra popoli e promozione della dignità umana.

Dal coordinamento della campagna apprendiamo che l’Italia è largamente in testa alla classifica delle adesioni raccolte nei vari Paesi con 631 mila firme: "ora però comincia la fase più difficile: fare in modo che le Istituzioni europee facciano propria la volontà popolare diffusa che UnoDiNoi ha rappresentato con la richiesta di riconoscere il diritto alla vita anche al bambino non nato. Riconoscere il diritto all'eguaglianza di tutti gli esseri umani e che quindi anche il non nato è "uno di noi" sarebbe un buon modo per far ripartire un'Europa in crisi di identità e di rapporto con i popoli che la compongono".


Uno di Noi: inizia l'iter europeo.

Difesa della vita: raccolte le firme, riparte l’impegno su scala europea.


È trascorso oltre un anno da quando, l’11 maggio 2012, l’Iniziativa dei cittadini denominata “Uno di noi” veniva ufficialmente depositata presso la Commissione europea. Partiva in quel momento una campagna di sensibilizzazione e di partecipazione diretta degli europei, sostenuti da un ampio schieramento di realtà pro-life, che aveva come obiettivo dichiarato la “protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza Ue nelle quali tale protezione risulti rilevante”.

[...] Le autorità nazionali hanno tre mesi di tempo per certificare le firme. Dopo di che, il comitato promotore incontrerà la Commissione europea (che detiene il potere di iniziativa legislativa) per esporre le proprie richieste. Ugualmente la campagna “Uno di noi” potrà essere presentata in una audizione pubblica nella sede del Parlamento europeo. La Commissione sarà quindi chiamata a redigere, entro altri tre mesi, una risposta ufficiale (sotto forma di “comunicazione”) ai promotori, spiegando se intende procedere con una iniziativa legislativa o meno. In caso positivo, prenderà avvio il normale iter legislativo e saranno allora l’Europarlamento e il Consiglio dei ministri Ue a decidere se e come approvare una normativa in materia. L’orizzonte temporale non è affatto ristretto, e si può prevedere che, semmai, sarà la prossima legislatura dell’Assemblea di Strasburgo a occuparsene.

Da tutto ciò si deduce che per giungere alla tutela della vita su scala europea, e per quanto attiene le competenze comunitarie, il percorso è ancora ampio e tortuoso. Ma da parte degli stessi promotori, e di tutti i cittadini europei che si schierano a favore della vita, è richiesto proprio ora un nuovo slancio. Occorre infatti proseguire quelle attività di convincimento dell’opinione pubblica e di coinvolgimento dei singoli cittadini; occorre far diventare la difesa dell’embrione – il quale è appunto “uno di noi” – tema “quotidiano”, attorno al quale si sviluppi un articolato e serio confronto culturale e politico.

Fra l’altro la campagna per le elezioni del Parlamento europeo (fissate dal 22 al 25 maggio 2014) fornirebbe l’opportunità per rimettere al centro la questione cruciale della vita umana. I comitati nazionali di “One of us”, così come il quartier generale dell’Iniziativa, a Bruxelles, sono ben consapevoli che la strada è ancora lunga: ma, data la posta in gioco, vale la pena percorrerla con determinazione.

Fonte www.oneofus.eu 

Uno di noi, la parola ai volontari.



Incontriamo un giovane del Movimento per la Vita italiano, che si è impegnato nella raccolta firme e, alla fine dell'iniziativa, ci racconta la sua esperienza. 

La soddisfazione al termine della raccolte delle firme è palpabile. Quasi due milioni di adesioni in tutta Europa è un ottimo biglietto da visita per l’iniziativa “Uno di noi” che ora inizia il suo iter presso le istituzioni europee. Ma dietro questo risultato ci sono le giornate dei volontari che in ogni nazione hanno speso le loro energie con dedizione e un pizzico di inventiva. Abbiamo chiesto a Francesco, giovane volontario del Movimento per la Vita di raccontarci la sua “iniziativa”.

Cosa ha significato per te?

Forse potrei paragonarla ad una sveglia. Da svariati decenni nella nostra Italia e in generale in tutta Europa si sta diffondendo l'abitudine ad "addormentarsi" davanti a certi argomenti. Da quando la difesa della vita e il concetto stesso di vita umana sono stati fatti credere opinabili e "relativi", un torpore sembra essere sceso sulla capacità che hanno le persone di ragionare. Con Uno di noi è suonato qualcosa, e i meno assonnati si sono alzati in piedi. Ci sono circa 2 milioni di persone che hanno sentito il suono della sveglia e hanno lasciato la comodità del materasso per dire "io ci sono!". Tocca a questi 2 milioni di europei esortare gli altri a rimboccarsi le maniche invece delle coperte e a rispondere all'appello con un "Presente!" che sa molto di futuro.

Qual'è stato il momento più significativo della mobilitazione?

Senza nulla togliere agli innumerevoli dialoghi che sono scaturiti, direi che il momento più significativo è stato l'inizio, quando ho stampato il primo modulo, me lo sono portato dietro e la prima persona che ho incontrato e a cui ne ho parlato ha firmato con entusiasmo. Lo definisco significativo perché questo mio amico, il primo che ha offerto la sua firma per la vita, è di fede islamica. Non solo può simboleggiare il fatto che chi, pur non essendo nato in Europa, ha scelto di viverci vuole leggi più eque per la sua nuova patria, ma contraddice anche chi cerca in tutti i modi, anche negando l'evidenza, di far credere che le battaglie pro-life siano prerogativa dei cattolici. Ovvio, io da cattolico non mi offendo se sento dire che solo noi ci occupiamo di tematiche così importanti, ma non trovo giusto che chi non è cattolico possa sentirsi tagliato fuori da una buona battaglia da cui, come diceva Giorgio La Pira, dipende il futuro dell'umanità.

Non hai risparmiato nulla per la causa della vita... quella nella foto è la tua auto?

Sì. E anche il sole non ha risparmiato l'inchiostro dei volantini, vedo. Fortunatamente i vetri sono stati risparmiati da atti vandalici: devo dire che, conoscendo le modalità violente di chi, per interesse economico o politico, propaganda aborti e sperimentazioni sugli embrioni, qualche piccolo timore l'ho avuto, ma diciamo che c'è chi lavora meglio di una polizza cristalli. L'idea di usare l'auto come mezzo di informazione l'avevo già sperimentata nel 2005, quando bisognava far capire agli italiani che disastri sarebbero successi se la pur discutibile legge 40 fosse stata abrogata. Allora ci furono persone che mi dissero di stare attento, ma alla fine tutto andò bene.

Cosa ti auguri per il futuro dell'Unione Europea, ora che si appresta a incontrare il comitato promotore di Uno di noi?

Intanto che lo ascolti. Abbiamo dalla nostra parte il fatto che non dobbiamo "convincere" nessuno, visto che l'esistenza della vita umana fin dal concepimento è una verità assodata e comprovata, così come anche la validità scientifica dell'utilizzo in medicina di staminali adulte al posto di quelle embrionali. Il mondo scientifico a servizio dell'umanità è concorde al 100% con quello che sostiene il comitato promotore di Uno di noi. Purtroppo abbiamo le prove che esiste anche un mondo para-scientifico a servizio degli interessi dei più potenti: speriamo che questa volta esso non prevalga.

(Tony Persico e Francesco Del Carlo)

L'iniziativa "Uno di noi" entra in Parlamento.

I parlamentari italiani della Camera dei Deputati si confrontano con la proposta prolife.

L'incontro dal titolo "L'iniziativa dei cittadini europei "uno di noi". Quali diritti per l'embrione umano?" è stata l'occasione per presentare al mondo politico italiano i risultati dell'iniziativa. Durante il convegno nella sala "Aldo Moro" si sono alternati tra gli altri l'on. Carlo Casini, l'on. Gian Luigi Gigli (exSC) e l'on Lucio Romano (PD). Dall'incontro è sorta la proposta di sottoporre la questione anche alla Commissione straordinaria per i diritti umani.

I promotori della iniziativa europea hanno annunciato la volontà di far ascoltare dal Parlamento Europeo il ricercatore giapponese Shinya Yamanaka, vincitore del premio nobel per la medicina ed autore di studi che mostrano l'inutilità della ricerca sulle cellule staminali embrionali e la possibilità di sostituirle con delle staminali "etiche". L'incontro è stato il momento anche della raccolta delle dichiarazioni di sostegno all'iniziativa da parte dei politici italiani. Tra le adesioni Lorenzo Dellai e Mario Serna (PD) Edorardo Patriarca, Ernesto Preziosi (NCD), Raffaele Calabrò (PDL), Rudi Franco Marguerettaz (LN).



Premio Europeo per la Vita a Wanda Poltawska.

Una grande donna, sopravvissuta ai lager nazista, fiera eroina in difesa della vita e della famiglia.

La neonascente Federazione “Uno di Noi”, ha consegnato sabato il premio europeo per la Vita “Madre Teresa di Calcutta” 2013 alla Prof. Wanda Poltawska, in occasione del I Congresso della Federazione dei Movimenti per la Vita europei, svoltosi a Cracovia dal 14 al 17 novembre.

Wanda Poltawska nasce il 2 ottobre 1921 a Lublino. Durante l’occupazione tedesca viene arrestata dalla Gestapo e rinchiusa per 4 anni nel campo di concentramento di Ravensbrück, dove viene sottoposta ad esperimenti crudeli da parte dei medici nazisti (si vedano le pubblicazioni “E ho paura dei miei sogni” e “L’eclissi della bellezza. Genocidi e Diritti umani”). Dopo la sconfitta dei tedeschi, ritorna in Polonia dove sposa il filosofo Andrzej Poltawski.

Sempre in Polonia conosce il giovane Karol Wojtyla che diventa il suo direttore spirituale e caro amico della famiglia Poltawski. Diventa medico, psichiatra di successo, ha 4 figlie, dirige l’Istituto per i Problemi della Famiglia fondato a Cracovia da Wojtyla e si occupa della difesa della famiglia e della vita (anche in materia di post aborto). Tanto che il Beato la nomina tra gli esperti chiamati a redarre l’Evangelium Vitae.Membro, tra le altre cose, della Pontificia Accademia per la vita, Wanda Poltawska ha scritto varie opere, articoli saggi e pubblicazioni.

Questa la motivazione dell’onorificenza, scritta sulla pergamena consegnata alla grande donna: “Per avere, in prima persona e nel corso di tutta la sua vita, testimoniato e portato avanti a livello internazionale la cultura per la vita, nel solco dell’insegnamento di Giovanni Paolo II; per essersi schierata con coraggio per la dignità e il diritto alla vita di ogni persona umana dal concepimento fino alla morte naturale, prima come internata nel campo di concentramento di Ravensbrück, poi come medico-psichiatra, come moglie e madre, come esperta dell’inizio vita e della famiglia, durante il regime nazista, durante il regime comunista e dopo la caduta del regime; per essere stata testimone di una femminilità piena, portatrice di speranza, per essere una donna per la vita; per il suo impegno continuo per la difesa dell’ embrione umano, ‘Uno di Noi’”.

Il premio consegnato è una scultura dell’artista bresciana Regina Testoni intitolata “Sorgenti”, per richiamare appunto le sorgenti che diventeranno poi rigagnolo, torrente, fiume e mare. L’opera vuole essere quindi un simbolo della femminilità, come quella della Poltawska, che afferma la vita dal punto di vista della donna, capace di accogliere la vita e di amarla in tutte le sue forme.

Il premio europeo Madre Teresa di Calcutta è stato istituito nel 2008 dal Movimento per la Vita Italiano e nelle precedenti edizione è stato assegnato a personalità come Jérôme Lejeune, Eduardo Verástegui, Chiara Lubich, Elio Sgreccia, le Madri europee. Alla sua 6° edizione, per la prima volta il riconoscimento è stato assegnato dalla neonascente Federazione “Uno di Noi”. E la scelta di assegnarlo alla prof. Poltawska non è casuale. Con questo premio la Federazione intende, infatti, riproporre le radici giudaico-cristiane che una parte dell’Europa non ha avuto il coraggio di riconoscere, nonostante le suppliche del Beato, presto Santo, Giovanni Paolo II.

FONTE: Elisabetta Pittino - ROMA, 25 Novembre 2013 (Zenit.org).

Uno di noi: giovani al Parlamento Europeo.

Al via il viaggio premio degli studenti vincitori del concorso scolastico.

Partiranno martedì i giovani vincitori della 26° edizione del Concorso Europeo indetto annualmente dal Movimento per la Vita Italiano e dal Forum delle Associazioni Familiari. Oltre cento tra ragazzi e ragazze da ogni regione d’Italia si recheranno presso le istituzioni europee di Strasburgo per un soggiorno di approfondimento e confronto.

Al centro dell’incontro europeo il tema del concorso: l’embrione umano è “uno di noi”. Il titolo richiama il pronunciamento del Comitato Nazionale di Bioetica sullo statuto giuridico dell’embrione del 1996 e l’Iniziativa dei cittadini europei “Uno di noi” appena conclusasi che ha visto quasi due milioni di adesioni da tutta Europa per chiedere il riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano sin dal concepimento.

Il programma europeo che attende i ragazzi è intenso quanto avvincente: la visita al Parlamento Europeo, per scoprirne funzionamento e ruolo nella politica dell’Unione, l’incontro con alcuni degli europarlamentari impegnati nella sessione di novembre, la celebrazione della messa con il Nunzio Apostolico, la simulazione di una seduta nell’emiciclo del Consiglio d’Europa e per concludere la cena finale.

Un’esperienza unica che sarà offerta anche ai futuri vincitori della prossima edizione . Il tema previsto per il 2014 è il matrimonio ed è già possibile scaricare il dossier con tutte le indicazioni per la partecipazione di studenti del triennio delle scuole superiori e universitari fino al compimento dei 25 anni. Trovate tutte le informazioni su sito www.prolife.it e www.giovaniprolife.org.

(Giovanna Sedda)

L'aborto? Una violazione della Convenzione Europea

L'articolo “Abortion and the European Convention on Human Rights” recentemente comparso sull'Irish Journal of Legal Studies non lascia dubbi. 


Grégor Puppinck, PhD, direttore del ECLJ e responsabile della iniziativa dei cittadini europei "Uno di noi" ha condotto lo studio pubblicato dalla prestigiosa rivista di Diritto disponibile on line (segui il link ). Lo scopo dello studio è mostrare l'inquadramento giuridico dell'aborto alla luce della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo (qui il testo italiano). Lo studio fa seguito a una serie di pronunciamenti della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo.

Lo studio dimostra che la Convenzione Europea non esclude affatto la vita prenatale dal suo raggio di applicazione e ovviamente non contiene, ne tanto meno istituisce, nessun "diritto all'aborto".  Sebbene molti Paesi UE ammettano l'aborto come deroga alla protezione della vita umana del bambino non ancora nato essi restano tuttavia soggetti alla Convenzione. La possibilità dell'aborto "a richiesta" è dunque una pratica che viola le norme europee.

La prova dei fatti ci mostra che tanto nella lettura della Convenzione tanto nella giurisdizione della Corte di Strasburgo, gli argomenti giuridici a sostegno della consuetudine di effettuare un aborto su semplice richiesta della donna sono molto deboli se non addirittura inesistenti. Al contrario lo studio mostra come il ricorso massiccio all'aborto sia il risultato del fallimento sistematico dei Paesi nel rispettare i loro obblighi per quanto riguarda i diritti economico-sociali.

Per approfondire la notizia visita il sito dell'iniziativa europea Uno di Noi: www.oneofus.eu

(Giovani Prolife)

Uno di noi: oltre un milione e ottocento mila adesioni.

Ieri si è conclusa la raccolta delle firme per l'iniziativa dei cittadini europei Uno di noi. Più che superato il quorum di un milione di firme e il requisito di almeno sette Paesi UE aderenti: il numero minimo di firme è stato raccolto in ben venti nazioni.


Si conclude con questi numeri la prima fase di "Uno di noi", che ora passa all'esame della Commissione Europea così come previsto dal Trattato di Lisbona e al dialogo tra Bruxelles e il Comitato promotore dell'iniziativa. Giunti a questo primo traguardo ci piace allora ricordare lìappelo al popolo europeo con cui è iniziata quest'avventura: "In conformità alla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo noi crediamo che la dignità sempre egualmente grande di ogni essere umano sia il fondamento della giustizia, della libertà, della democrazia e della pace".

L'appello continuava... "Noi crediamo, perciò, che tale dignità, con i diritti che ne derivano, debba essere riconosciuta senza alcuna discriminazione dal primo inizio della vita umana nel concepimento fino alla morte naturale. Noi crediamo che l’unità europea debba ritrovare motivazione e slancio recuperando la sua anima che affonda le radici nell'umanesimo che, fecondato dal cristianesimo, ha gradualmente costruito una visione della società che pone al centro la persona umana: ogni persona nella sua incomparabile dignità.

Noi crediamo che questo moto storico, che ha già vinto ogni dottrina di oppressione sull'uomo, che ha già liberato intere categorie di uomini dalla discriminazione, debba ora raggiungere la sua perfezione riconoscendo come “uno di noi” anche ogni singolo essere umano all'inizio della sua vita, quando, appena concepito, attraversa la condizione della più estrema fragilità umana".

Confidiamo ora nell'impegno del comitato promotore e nel desiderio delle Istituzioni europee di portare a compimento il disegno del profondo umanesimo che è alla basi della convivenza umana e pacifica tra le nazioni, riconoscendo l'inviolabile dignità di "ciascuno di noi".

(Giovanna Sedda)

Convegno Cav ad Assisi dall’1 al 3 Novembre.

Volontari riuniti nella città della pace per difendere la Vita.

“Se vuoi la pace difendi la vita”. La frase di Paolo VI che guidato idealmente i giovani prolife durante il Seminario Quarenghi continua ad accompagnarci anche nel prossimo convegno nazionale dei Centri di Aiuto alla Vita ad Assisi presso l'Hotel Domus Pacis.

Il comitato organizzatore ha scelto la “Città della pace. Città della Vita” per il principale appuntamento dei volontari del Movimento per la Vita Italiano. Ad accogliere i partecipanti sarà il Sindaco di Assisi, Claudio Ricci. Ad alternarsi nei momenti di riflessione ci sarà anche Massimo Reschiglian, ex Ministro provinciale dei Frati Minori dell'Umbria, Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire, e l’on. Gianluigi Gigli, Deputato e Docente di Neurologia presso l'Università di Udine.

Il programma declina il tema della promozione della pace e della difesa della vita nella realtà concreta del volontariato degli operatori dei CAV. Numerosi gli interventi di approfondimento a cominciare dall’intervento del Vicepresidente MPV, Giuseppe Anzani, dopo di lui altri relatori provenienti dalle realtà concrete del servizio alla vita mostreranno “l’arcobaleno” delle possibilità di intervento. Al presidente nazionale l’on. Carlo Casini spetta invece il compito di concludere i lavori presentando i risultati e le prossime fasi dell’iniziativa dei cittadini europei “Uno di noi”.

(Giovanna Sedda)


Di seguito il programma completo
venerdì 1 novembre
Ore 14.00
Registrazione

Ore 16.00
Tavola Rotonda
Città della pace, città della vita
Claudio Ricci, Sindaco di Assisi

Pace dell'uomo, pace del cosmo
Massimo Reschiglian, ex Ministro provinciale dei Frati Minori dell'Umbria

Parole di vita, parole di pace
Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire

Scienza che salva, scienza di vita
Gianluigi Gigli, Deputato e Docente di Neurologia persso l'Università degli Studi di Udine

Ore 18.30
S. Messa alla Porziuncola

Sabato 2 novembre
Ore 9.00
La pace e la vita, un unico vangelo
Emanuele Gasparini

Ore 9.40
Pace dei morti, lotte dei vivi, derive di civiltà
Giuseppe Anzani

Ore 10.20
Le braccia aperte alla vita: il CAV luogo di pace
Antonella Bevere

Ore 11.00
Coffee break

Ore 11.20
Conoscere la fonte della vita
Rita Colecchia

Ore 11.40
L'arcobaleno dell'aiuto alla vita
Roberto Bennati
Angela Fabbri
Gianni Vezzani

Ore 13.00
Pranzo

Ore 14.30
Visita guidata ad Assisi alta

Ore 16.30
Lavori di gruppo

Ore 20.00
Cena

Ore 21.00
Intrattenimento

Domenica 3 novembre
Ore 9.00
In prima linea: SOS Vita

Ore 9.15
Comunicazioni programmate

Ore 10.15
Relazioni dei lavori di gruppo

Ore 11.00
Uno di noi, inizia un nuovo giorno
Carlo Casini

Ore 12.00

Santa Messa celebrata da Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi e Gualdo Tadino

I giovani prolife: tanti “Uno di noi”



Si sta per concludere la raccolta firme “Uno di noi”, con la quale il Movimento Per la Vita Italiano e diverse Associazioni vogliono chiedere al Parlamento Europeo che il concepito venga riconosciuto come persona, interrompendo in primis il finanziamento europeo nei confronti delle ricerche si si servano e distruggano cellule staminali embrionali.

I risultati della raccolta sono stati ottimi: 500 mila firme solo in Italia! Non è certo il momento di arrendersi o di fermarsi ad ammirare i risultati, pensando a quanto siamo stati bravi nel portare avanti questa iniziativa. È al contrario tempo del rush finale, di quella spinta energica che nonostante l’obiettivo sia stato raggiunto, è quella che ci dà ancor più entusiasmo. E non si tratta di soddisfazione, né personale né comunitario. Si tratta di una forza che si può definire un nuovo entusiasmo che si genera con la constatazione di non essere soli, di essere realmente un popolo che insieme vuole affermare che la vita è meravigliosa e va tutelata, sempre e comunque.

È però, sempre, il momento di dire grazie. Un grazie che va a ogni persona che ha firmato e a ogni persona che ha passato parola, divulgando l’iniziativa che si pone dalla parte dei diritti di chi non ha voce, del più debole tra i deboli. A volte è una causa difficile, proprio perché la voce non si sente e gli occhi non vedono. Ma a tutto ciò sopperisce il cuore, l’unico capace di andare oltre la percezione sensibile e di arrivare a cogliere tutte le sfumature, talvolta intangibili, e la vera essenza delle cose.

I ringraziamenti vanno senz’altro alla Presidenza del MPV , ai comitati nazionali, al coordinamento europeo. Ma ci piace ringraziare anche quanti, si sono adoperati nel silenzio e umilmente e sono passati inosservati. Grazie, Giovani Prolife, per tutti i banchetti fatti per le strade, per le varie raccolte firme che avete organizzato o per cui avete prestato servizio, per la gioia che avete negli occhi nel diffondere questa bella notizia, che la vita è ciò che abbiamo di più caro e dobbiamo custodirla come il più prezioso dei tesori, e perché lo fate nel modo più genuino, cantando a squarciagola la canzone o difendendo con passione un’obiezione. Voi sapete che il dono della vita non si protegge chiudendolo in cassaforte ma mettendosi al servizio dell’altro. Ed è ciò che voi testimoniate con il vostro volontariato. Grazie.

Giovanna Sedda

Uno di noi, oltre il traguardo.

Quando mancano due settimane al termine della raccolta firme superate le 1.200.000 adesioni.

E la raccolta continua, perchè maggiori saranno le adesioni maggiore sarà la forza con cui l' Iniziativa dei Cittadini Europei "Uno di noi" si presenterà alla Commissione Europea. Il maggior numero di adesioni in Italia, in cui il numero di quanti hanno sottoscritto l'iniziativa a difesa della vita umana raggiunge quasi il mezzo milione.

Non solo le adesioni crescono ma aumenta anche il numero delle nazioni ad aver raggiunto il quorum minimo di adesioni. Il Trattato di Lisbona infatti prevede che oltre al milione di adesioni le iniziative dei cittadini raggiungano un quorum proporzionale alla popolazione in almeno sette dei membri UE. 

Attualmente le adesioni all'iniziativa hanno superato il quorum minimo di adesioni in ben tredici nazioni: Austria, Germania, Spagna, Francia, Ungheria, Italia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania e Slovacchia. Vicina al raggiungimento del quorum sono anche la Croazia e l'Estonia che hanno raccolto ciascuna oltre l'ottanta per cento delle adesioni necessarie.

Se non hai aderito puoi farlo anche oggi sul sito europeo dell'iniziativa: www.oneofus.eu

L'iniziativa "Uno di noi" rafforzata dal click day.

Il 22 settembre le firme raccolte hanno superato la soglia di un milione e centomila firme. 

Il 22 settembre si è svolta la giornata web dedicata alla raccolta firme per l'iniziativa dei cittadini europei Uno di noi. Numerosi i siti che in tutti i paesi dell'Unione Europea hanno dedicato spazi e approfondimenti all'iniziativa invitando a sottoscrivere l'iniziativa sul sito della Commissione Europea.

Grazie anche all'impegno profuso nel click day le firme raccolte hanno superato la soglia di un milione e centomila firme. Inoltre le firme raccolte a Malta superano la soglia minima portando a tredici il numero dei Paesi conformi ai requisiti del Trattato di Lisbona.

Per Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato italiano, “entriamo ora in una nuova fase dell’iniziativa. Perché sappiamo che non ci si può accontentare di raggiungere obiettivi minimali. Più firme presenteremo alle Istituzioni europee, maggiore sarà il peso politico delle nostre richieste”.

Raggiungere un consenso sempre maggiore è anche lo scopo della diffusione dell'iniziativa nelle scuole: "grazie al coinvolgimento delle associazioni che operano nel mondo dell’educazione, verranno mobilitati, per una raccolta firme straordinaria, docenti, genitori e studenti delle ultime classi per cogliere un’occasione importante per parlare di vita, in tutta la sua pienezza e bellezza”.

Francesco: riconoscere il valore della vita dal concepimento.

Il Pontefice incontrando i medici cattolici ha ricordato le parole di Benedetto XVI: Non c’è vero sviluppo senza apertura alla vita.


Qualcuno ha commentato che Francesco non parla di bioetica, al contrario dei suoi precedessori. Un falso mito che il pontefice ha affrontato direttamente nella sua intervista ad Antonio Spadaro e che abbiamo commentato qui. Al contrario forse sono i media che selezionano i passaggi di Francesco a seconda del gusto dei lettori per la bioetica.

Capita così che lo spazio lasciato al discorso del pontefice tenuto in occasione dell’incontro con la federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici sia passato in sordina. Ma nelle parole pronunciate nella sala clementina da Francesco c’è tutta la bioetica della dottrina sociale. Il Papa ha messo in guardia dallo smarrimento della vocazione medica: “Il disorientamento culturale ha intaccato anche quello che sembrava un ambito inattaccabile: il vostro, la medicina! Pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte a non rispettare la vita stessa”.

Il papa ha poi ricordato le parole di Benedetto XVI: “Non c’è vero sviluppo senza questa apertura alla vita. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco (Caritas in Veritate, n. 28)”.

Avviandosi alla conclusione il Pontefice ha poi dato il suo mandato agli operatori sanitari: “siate testimoni e diffusori di questa “cultura della vita”. Il vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento”.

Infine, in linea con quanto aveva già chiesto al mondo prolife riunitosi per la Giornata dell’Evangelium Vitae (leggi qui) dello scorso 16 giugno, Francesco ha esortato i presenti e con loro ciascun volontario al servizio della vita: “Il Signore conta anche su di voi per diffondere il vangelo della vita”.
(TE)

Leggi il discorso completo: www.vatican.va

Vescovi inglesi per il click day.

Dall'Arcivescovo Peter Smith soddisfazione per il milione di firme e l'invito a non fermarsi proprio ora.


Dopo la soddisfazione per il traguardo del milione di firme la mobilitazione per l'iniziativa europea Uno di noi continua. Oggi 22 settembre per tutti i Paesi europei è il giorno del click day, una mobilitazione speciale per la raccolta firma online. Per l'occasione prolife.it ha uno spazio speciale. Nel frattempo dal sito del coordinamento italiano arrivano le parole dei vescovi inglesi (www.mpv.org/uno_di_noi).

L’arcivescovo Peter Smith, vice presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, si è complimentato nei giorni scorsi per il meraviglioso traguardo raggiunto da "UnodiNoi", di un milione di firme. “Un traguardo importante è stato raggiunto la scorsa settimana, con la milionesima firma raccolta", - ha affermato mons. Smith - "Questo vuol dire che ai promotori della campagna ‘Uno di noi‘ verrà data un’audizione ufficiale presso il Parlamento europeo per delineare la necessità di una legislazione che protegga l‘embrione umano”.

L’arcivescovo, ha voluto ringraziare, attraverso una nota ufficiale in previsione del Click-day del 22 settembre prossimo, quanti finora hanno già firmato e si sono attivati per la raccolta, mentre esorta coloro che non l’hanno ancora fatto ad approfittare di questa data. “Ci vorranno - dice - solo due minuti per apporre la firma. La petizione si chiuderà il prossimo primo novembre e per quella data - si legge nella nota - si spera che altre migliaia di persone abbiano siglato la campagna”.

Una nuova canzone per Uno di Noi

Dopo il successo del brano di Mario Costanzi, un nuovo cantautore è stato ispirato dall'iniziativa europea: conosciamo Andrea Piccirillo.

Quando un'iniziativa riesce a mobilitare un milione di persone significa che riesce a rispondere esattamente a quello che tutti stavano aspettando. 


Così non sorprende che l'Iniziativa dei cittadini europei "Uno di noi" abbia ispirato gruppi, associazioni, ma anche musicisti e cantanti. Quest'estate abbiamo scoperto insieme la canzone di Mario Costanzi, che ha fatto da sigla al Seminario Quarenghi (per chi non la ricorda ecco il link).

Alla vigilia del "click day", il giorno di mobilitazione on line per la raccolta firme vi presentiamo una nuova canzone ispirata dall'iniziativa. A regalarcela è un giovane cantautore piemontese, conosciamolo insieme: "Mi presento sono Andrea Piccirillo, un giovane autore e compositore di Rivoli. Da anni mi occupo di musica e proprio attraverso la musica cerco di raccontare me stesso". 

Andrea ha incontrato il Movimento per la Vita durante il "Concorso Cantiamo la Vita" di quest'anno e poi... "Dopo il secondo posto al concorso di Pavia, ho capito che avrei potuto fare di più, ed ecco che su invito di Luca ed Elena, due giovani del Centro Aiuto alla vita di Rivoli, ho scritto questa canzone, che si ispira allo slogan della campagna "Uno di noi"."

Il testo della canzone ci parla di "un bambino che già ancora prima di nascere è minacciato dal pensiero di un aborto. Fortunatamente l'amore dei genitori alla fine avrà la meglio. La vita è un dono da custodire, sempre." Curiosi di ascoltarla? Ecco il video, buon ascolto e buona condivisione. Vi aspettiamo tutti online, domani per il click day.
(TE)


Un milione di noi

Raggiunto grazie all'impegno dei prolife l'obiettivo numerico delle firme, ma occorre continuare a firmare per garantire il massimo supporto all'iniziativa. Appuntamento il 22 settembre per il click day on line.


Fra guerre mondiali e crisi economica, presunti allarmi di femminicidio ed omofobia, c’è un’iniziativa che ha già raccolto, in Europa, oltre un milione di adesioni: si chiama Uno di Noi. Qualcuno ne avrà sentito parlare, altri no, eppure quel milione e più di firme, da ieri, ci sono. Una per una. Ed ognuna è lì per chiedere – ai sensi dell’articolo 11 del Trattato di Lisbona e del Regolamento n. 211/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio, adottato il 16 febbraio 2011 – «l’impegno dell’Unione a non consentire e non finanziare azioni che presuppongano o attuino la distruzione di embrioni umani e a predisporre strumenti adeguati di controllo sull’utilizzazione dei fondi erogati al fine di garantire che essi non siano mai usati per distruggere la vita umana».

Europa, sveglia: l’embrione – quell’essere umano microscopico ma presente, minuscolo ma già determinato a crescere – è uno di noi, è nostro fratello, oltre che l’immagine di ciò ciascuno di noi è stato, e si deve prenderne atto. Questo, in sostanza, il senso dell’appello che i movimenti pro-life d’Europa, guidati da quello italiano, hanno promosso. E che ha raccolto, lo dicevamo, già un milione di firme (altre ne verranno, dato che ci sono ancora diverse settimane utili). Poca roba? Ditelo ai Radicali, che hanno dovuto pregare in ginocchio Berlusconi per dare un senso a dodici referendum altrimenti sicuramente destinati al naufragio. Mentre Uno di Noi no, non è stata un fallimento. Tutt’altro.

La mobilitazione ha generato mobilitazione, la cultura per la vita ha incontrato altra cultura per la vita, e le firme – nell’indifferenza generale – sono cresciute e continuano crescere, senza che la televisione o i mass media abbiano dato chissà quale apporto: poca roba, per non dire quasi nulla. Segno che, benché nascosto o addirittura ridicolizzato, in Italia e in Europa il desiderio di difendere la vita dal concepimento e di affermarne la meravigliosa grandezza che l’uomo, anche se infinitamente piccolo, non si è assopito. Al contrario: rimane vivace e presente. E il successo popolare di Uno di Noi – quello politico, lo vedremo più avanti – è lì a testimoniarlo, con la realtà indiscutibile dei numeri. L’informazione continui, se crede, a far finta di nulla. Ma migliaia, anzi milioni di esseri umani, un giorno, ringrazieranno.

(per saperne di più e aderire all’iniziativa: www.firmaunodinoi.it )

La vita non ha prezzo intanto arrivano i bambini low-cost

Roberto Colombo ci spiega il percorso dalla "provetta facile" alla "provetta folle": quando si punta a ridurre il "prezzo della vita".

Il giornalista di Avvenire parte dalla continua diffusione delle "cose a poco prezzo": per Colombo si tratta di "una moda per chi potrebbe fare a meno di certi risparmi. Dal gusto per la qualità del vivere – si può essere dignitosi anche nella povertà – al culto della quantità dei beni posseduti".

La logica low-cost ha seguito la stessa strada del mercato che già da tempo ha messo le mani sulla vita umana attraverso le cliniche per la procreazione assistita. Nascono così le "cliniche di procreazione medicalmente assistita low-cost". Si passa così dalla "provetta facile" delle deregolamentazioni sempre più diffuse nel mondo a quella che Colombo chiama la "provetta economica". L'idea è nata inizialmente pensando al mercato dei Paesi poveri, ma ora sta contagiando anche l'Europa.

Il giornalista ci spiega come l'abbattimento dei costi si applichi anche alla nascita della vita umana: "L’offerta alle coppie infertili è quella di un pacchetto biomedico 'tutto compreso' [...] realizzato con varianti operative delle metodiche classiche che impiegano prodotti, strumenti e manipolazioni dai costi assai più contenuti di quelli attualmente sostenuti dai centri clinici, consentendo così di praticare prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato".

Si tratta dell'ennesimo passo verso la "provetta folle" dove tutti gli interessi, specialmente economici, sono contemplati, e nessun diritto rispettato. In primis il diritto alla vita del concepito, quello dei coniugi a percorrere strade terapeutiche alternative e moralmente condivise, quello della comunità a una naturale demografia, quello di qualsiasi società democratica che richiede la preclusione di tutte le possibili discriminazioni eugenetiche che spesso la fecondazione artificiale porta con sé.

Nella direzione del riconoscimento giuridico del concepito va da tempo l'impegno prolife, e in particolare l'iniziativa "Uno di noi" che impegna i prolife di tutta Europa. Secondo il Tratta di Lisbona infatti occorre un milione di firme milione perché l’Iniziativa sia accolta e trovi una risposta dalla Commissione e dal Parlamento Europeo.Mancano poche firme al traguardo finale e anche tu puoi aderire fino ad ottobre seguendo il link ufficiale: www.oneofus.eu

Leggi l'articolo di Roberto Colombo su Avvenire.it qui:

Perché firmare (ancora) per la Vita

Un bilancio delle iniziative promosse dal MpV. 

L’impegno pubblico ha ricordato alla politica la centralità dell’uomo influenzando in positivo le scelte e l’attività del Parlamento. Firmare oggi per Uno di noi permetterà a questo percorso di continuare in tutta Europa.

Negli ultimi trentacinque anni di storia gli italiani sono stati chiamati a firmare per la vita in almeno quattro occasioni importanti. In tutte l’impulso è partito dal Movimento per la Vita Italiano, il principale movimento prolife del nostro Paese. Scopriamo quali risultati sono stati ottenuti nel passato per capire l’importanza della mobilitazione presente.

La prima raccolta firme risale al 1977 quando il MpV propose una legge di iniziativa popolare[1]. Quell’iniziativa non cadde nel vuoto ed influenzò addirittura la legge 194 di cui si chiese l’abrogazione nel 1980. L’art. 2 della legge prevede infatti l’opportunità della presenza delle associazioni di volontariato nei consultori, un adempimento purtroppo ancora oggi largamente disatteso.

Nonostante il referendum abrogativo del 1981 non ottenne il risultato sperato quella mobilitazione ebbe il merito di tenere unito il fronte prolife e di permettere la nascita dei Centri di aiuto alla Vita che da allora hanno salvato oltre centomila neonati!

Ancora più significativi sono stati i risultati della petizione promossa nel 1988 che portò al dibattito parlamentare da cui nacque il Comitato Nazionale di Bioetica, lo stesso che nel 1996 dichiarò l’embrione umano “uno di noi” [2].

Il 1995 è ancora l’anno di una legge di iniziativa popolare per il riconoscimento della capacità giuridica del concepito. La sua influenza è giunta sino a tempi recenti: l’art. 1 della legge 40, tanto attaccata dalla magistratura militante, ricalca proprio la proposta prolife. Essa riconosce infatti il “concepito quale soggetto” coinvolto e di cui vanno assicurati i diritti.

A ben vedere l’impegno trentennale del Movimento ha avuto una funzione fondamentale. Come ha ricordato il Card. Bagnasco, Presidente della CEI, “se nella cultura italiana l’opzione abortiva non è divenuta un normale dato di fatto molto si deve all’iniziativa di questo volontariato” [3]. Un motivo in più per impegnarsi negli ultimi mesi utili al successo dell'iniziativa "Uno di noi" insieme a tutti i prolife d'Europa

(Giovani Prolife)

Fonte www.mpv.org
___________
[1] Legge di iniziativa popolare “Accoglienza della vita umana e tutela sociale della maternità”, 1978.
[2] Parere del CNB “Identità e statuto dell'embrione umano”, 22 giugno 1996.
[3] Messaggio ai Vescovi, 23 maggio 2011.

Difesa della vita: impegno di civiltà

A ricordarlo mons. Tomasi, Nunzio della Santa Sede presso le Nazioni Unite: " la strada della vita è un bene per tutto il mondo". Anche se da più parti arriva l'allarme per le posizioni abortiste prese sotto l'egida dell'ONU.


Il Parliamentary Network for Critical Issues (PNCI), associazione che lavora per identificare, unire e coordinare gruppi prolife a livello internazionale, ha recentemente lanciato l’allarme per il pressing delle ONG abortiste sulle conferenze ONU (ne abbiamo parlato qui: america-latina).

La strategia adottata dalla lobby internazionale si basa su tre passaggi. Il primo è l’individuazione delle conferenze regionali o settoriali da cui vengono emanate dichiarazioni di indirizzo politico. A questo punto viene fissato un coordinamento nei giorni precedenti per richiamare tutti all’azione coesa, spesso sotto la finta bandiera della libertà riproduttiva.

Infine prendere parte ai lavori targati ONU indirizzando le dichiarazioni finali verso il sostegno e la promozione dell’aborto, specie nei Paesi in via di sviluppo o in rapida crescita economica. Questo è possibile sia grazie alla forza semplicemente numerica, PNCI parla di oltre cento ONG schierate, sia attraverso gli enormi mezzi economici messi a disposizione delle ONG da parte delle lobby abortiste.

L’allarme è stato ripreso anche da S. E. Mons. Mons. Silvano Tomasi, nunzio apostolico presso l'ONU durante la sua visita allo stand del Movimento per la Vita al Meeting 2013 (padiglione A1). Il Nunzio ha ricordato come la sua esperienza: “è legata al contesto della Nazioni Unite dove alle volte si vogliono cercare scorciatoie per risolvere i problemi eliminando le persone. Tuttavia vediamo che per questa strada in realtà i problemi si moltiplicano e al contempo si perdono vite umane”.

Mons. Tomasi ha poi aggiunto: “La lotta, lo sforzo che viene attuato per sostenere la vita in tute le sue forme e situazioni è un impegno di grande civiltà e di grande “compromesso”, nel senso americano di “compromise”. Ma lo sguardo del Nunzio Apostolico è rivolto anche all’Europa e all’iniziativa Uno di noi: “la demografia dell’Europa sta cambiando appunto perché manca il rispetto della vita nel contesto legale dei Paesi dell’Unione e perché senza nuove vite cambia non solo la cultura e l’economia ma anche la religione di una regione del mondo”.

Lasciando lo stand mons. Tommasi ha sottoscritto l’iniziativa europea “Uno di noi” e ha dato la sua benedizione hai volontari: “vi faccio tanti auguri perché possiate sempre continuare a camminare sulla strada della vita che è un bene per tutto il mondo”.

(giovani Prolife/TE)
 
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