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Caro Vasco, "vivere" non è morire.


Come si possa utilizzare una canzone che parla di vita in uno spot dedicato alla morte è proprio un mistero, ma è ciò che sta succedendo a "Vivere".

La canzone di Vasco Rossi è stata donata dal rocker stesso come colonna sonora dell'ultimo appello dell'associazione Luca Coscioni affinchè in Parlamento si apra un dibattito sull'eutanasia legale.
Lo spot parla di un anziano sportivo costretto a letto dalla malattia che accende la radio e al passaggio "oggi voglio stare spento" la spegne, mentre fuori campo una voce invita a sostenere la campagna per l'eutanasia legale, per vivere liberi fino alla fine.

Donazione che fa più parlare di quella che fece al comune di Finale Emilia in occasione del terremoto del 2012, quando Vasco donò un pulmino scolastico chiamato Alba Chiara, e completamente opposta. Se il pulmino che trasporta bambini può essere associato alla vita, alla crescita e alla speranza, qui non c'è niente di tutto questo, la scelta di spegnere la radio equivale alla scelta di spegnere la vita perchè non più come quella dei ricordi. E qui sorge una domanda: dobbiamo vivere nel passato solo perchè il presente non ci piace o non dare spazio al futuro perchè troppo difficile?

Come è possibile sostenere chi ritiene che la vita non sia più degna di essere vissuta solo perchè malati, preferendovi una "dolce morte"? Certo da Vasco c'è da aspettarsi un comportamento simile, ma se uno va a leggere il testo si accorge che non ha niente a che fare con la convinzione di chi si batte per una morte veloce, perchè al suo interno vi sono parole come sorridere, essere sempre contento, non rinunciare mai a vivere, in pratica tutto il contrario di ciò che lo spot sottintende!

Quindi amici, il taglio dato alla canzone all'inizio dello spot vuole fuorviarci e farci pensare come loro, ma siate più indagatori, andate a vedere cosa c'è sotto; in questo caso sotto "Vivere" c'è, come dice Vasco stesso al termine della medesima "Vivere e sorridere dei guai proprio come non hai fatto mai e pensare che domani sarà sempre meglio".

In conclusione come disse il grande Charlie Chaplin "la vita è troppo bella per essere insignificante" per cui continuiamo a vedere la vita di ognuno di noi, piccolo, grande, sano, malato, anziano, giovane come una meraviglia degna di essere vissuta ogni giorno e a far capire agli altri quanto il pensarla nello stesso modo ti riempia di questa stessa meraviglia.

Martina Frassoldati

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