Allarme in Gran Bretagna: mancano all’appello tra 1.500 e 4.700 bambine. Lo squilibrio è causato dal ricorso all’aborto selettivo da parte dei gruppi etnici.
La pratica di scegliere se portare a termine la gravidanza o interromperla a seconda del sesso del nascituro, conoscibile alla 13a settimana, è particolarmente diffusa nei paesi asiatici come India, Pakistan, Cina e altri. Gli immigrati provenienti da questi hanno continuato a praticare l’aborto selettivo anche in sul suolo britannico generando un sensibile squilibrio demografico.
Secondo un’analisi condotta dal quotidiano The Indipendent sul “National Census” mancano nel regno tra 1.500 e 4.700 bambine, nonostante nel paese l’aborto selettivo basato sul sesso sia illegale. Il dato rilevante, sottolinea il giornale, è che il rapporto dei maschi e delle femmine nei nuovi nati è distorto proprio nelle famiglie degli immigrati. (leggi qui l’articolo originale).
Il fenomeno della selezione femminile è noto e rappresentala frontiera delle discriminazioni di genere. Già vent’anni fa il premio Nobel indiano Amartya Sen aveva lanciato l’allarme sulle “missing women”: secondo la sua stima nel 1992 nel mondo mancavano oltre 100.000.000 di donne! (per saperne di più puoi leggere questo approfondimento ).
La ricerca ha inoltre evidenziato che nei gruppi etnici sensibili la presenza di una prima figlia femmina è associata alla presenza di un secondo figlio maschio ben oltre le normali previsioni statistiche. Il dato emerso lascia ipotizzare il ricorso all’aborto selettivo per assicurare la presenza di un figlio maschio nel nucleo familiare. Per lo statistico Anagnostopoulos dell’Imperial College di Londra un simile risultato “in assenza di una teoria migliore, può essere interpretato come una prova del ricorso all’aborto selettivo”.
TE/Giovani Prolife
Secondo un’analisi condotta dal quotidiano The Indipendent sul “National Census” mancano nel regno tra 1.500 e 4.700 bambine, nonostante nel paese l’aborto selettivo basato sul sesso sia illegale. Il dato rilevante, sottolinea il giornale, è che il rapporto dei maschi e delle femmine nei nuovi nati è distorto proprio nelle famiglie degli immigrati. (leggi qui l’articolo originale).
Il fenomeno della selezione femminile è noto e rappresentala frontiera delle discriminazioni di genere. Già vent’anni fa il premio Nobel indiano Amartya Sen aveva lanciato l’allarme sulle “missing women”: secondo la sua stima nel 1992 nel mondo mancavano oltre 100.000.000 di donne! (per saperne di più puoi leggere questo approfondimento ).
La ricerca ha inoltre evidenziato che nei gruppi etnici sensibili la presenza di una prima figlia femmina è associata alla presenza di un secondo figlio maschio ben oltre le normali previsioni statistiche. Il dato emerso lascia ipotizzare il ricorso all’aborto selettivo per assicurare la presenza di un figlio maschio nel nucleo familiare. Per lo statistico Anagnostopoulos dell’Imperial College di Londra un simile risultato “in assenza di una teoria migliore, può essere interpretato come una prova del ricorso all’aborto selettivo”.
TE/Giovani Prolife
Nessun commento:
Posta un commento