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La lezione della memoria.

In un film di qualche tempo fa un soprvvissuto dei campi di sterminio afferma "... la gente mi chiede spesso cosa ho imparato nei campi, ma la verità è che non ho imparato niente, non eravamo lì per imparare"... Probabilmente siamo invece noi che non abbiamo vissuto questa pagina della storia ad avere qualcosa da imparare. La prima lezione dalla memoria dello sterminio di tanti uomini e donne, ebrei, dissidenti, rom, è che tutto questo anzitutto "è stato", come afferma Primo Levi nella sua poesia Se questo è un uomo. Questa lezione della memoria  è cioè una lezione del passato, della verità storica, di quello che è accaduto, di quello che può compiere di male l'uomo.

Siamo alle volte portati ad associare a questo giorno la memoria di altri genocidi, pure gravissimmi, e addirittura più recenti: nel continente africano, nell'Armenia, fino al lento consumarsi delle morti innocenti a causa dell'aborto. Ma oggi facciamo memoria di un'altra tragedia, di questa tragedia. La giornata della memoria ci consegna allora una seconda lezione che è la sua specificità. Si tratta cioè della lezione sul senso di questo giorno oggi, una lezione sul presente: oggi il ricordo va a quei morti, a quelle vittime innocenti. Al contrario cadremmo in una strana e generica memoria della cattiveria umana, perderemmo il senso stesso della unicità di ciascuna vita che ci guida nel nostro impegno in difesa della vita.

La terza lezione della memoria ci dice che proprio perchè oggi facciamo questa memoria essa non ci basta, perchè altre vite, altri uomini e donne sono dimenticati dalla storia... Ci mancano tante memorie: è questa terza lezione a essere la lezione del futuro. Quella insieme del monito e della vigilanza. Una lezione complessa eppure immediata che ci dice che ogni volta che si esprime un giudizio sulla dignità dell'uomo esso è di per se in pericolo. Attenzione, non è una lezione sociale, bensì un impegno personale. La storia ci pone continuamente dinnanzi a nuovi genocidi e a nuove sconfitte dell'umanità: quando ci si chiede se una vita sia degna o no di essere vissuta, è allora che dovremmo dimostrare di aver imparato -noi, ciascuno- qualcosa dai campi.

TE

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