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XXXIV Convegno CAV: il futuro comincia qui


Anche a Montesilvano (Pescara), convegno CAV numero 34, i giovani c'erano

« Chi di noi va al convegno CAV?» ci siamo chiesti noi del Movit di Firenze, un mesetto fa. Inizialmente non sapevamo se prendere un pulmino o cosa, poi ci sono state - causa esami universitari e tesi di laurea - diverse defezioni. Ma questo non ci ha spaventati. In quattro, pochi ma buoni, io, Lara, Travisi e Gori, ci siamo indirizzati verso Roma, e poi verso l'Aquila, e poi verso Pescara. 
Il viaggio è stato un po' lungo, ma la musica ci ha fatto compagnia. 

Appena arrivati, appena il tempo di rifiatare e inizia la prima iniziativa in plenaria: parlano Mario Adinolfi, autore di "voglio la mamma", personalità di sinistra in prima fila contro l'ideologia del gender, e Lucia Bellaspiga, giornalista di Avvenire e testimone diretta di alcuni episodi delle ultime giornate di Eluana Englaro. 
Molto, molto interessanti. 
Adinolfi è poi stato assediato da quanti avevano colto l'occasione di acquistare il suo libro e farselo autografare. Tra questi, io. 
«Perché questo apparente trionfo senza resistenze dell'ideologia gender, Mario?» gli chiedo, quando siamo da soli. «E' a causa del deserto culturale in cui siamo.» Mi risponde. 
Peccato che la penna che gli avevo dato se l'è tenuta per firmare altri autografi. Pazienza, era una biro. E non era nemmeno mia. 
Al prossimo incontro, Mario.
Nel frattempo era arrivata anche Chiara, e Tony, e sua moglie Giovanna. 
Cena abbondante e un gioco da tavolo al volo. Quando siamo distrutti (si entra subito in modalità Quarenghi) si va a letto. 

Il giorno dopo hanno inizio i lavori. Io, Anna, Lara, Giovanna e Antonella ci indirizziamo al gruppo "Sos Vita", che promette bene. A parlare c'è Giuseppe Grande, e Maria Luisa Ranallo di Udine; e conosciamo la grafica di SOS vita, Sara: il suo sorriso e la sua leggerezza ci conquistano. 
A parte un po' di manutenzione fuori orario ( siamo in tre gruppi nella stessa sala, se non ci mettiamo a cerchio e non piazziamo dei pannelli non riusciremo mai a sentire quel che diciamo) il gruppo scorre piuttosto bene. Questo team ha lavorato sodo e si vede: lo sapete che presto avremo SOS Vita, il numero verde (800 81 3000) per le donne in difficoltà, sarà presto anche una chat room? Alcuni mesi di pazienza, e vedrete che sito ti tirano fuori. 
Pranzo tutti insieme, con Maria Antonietta che ci fa compagnia mentre il povero Giuseppe, come Piergiorgio e Anna, sono prigionieri nell'altro hotel. Ma grazie ad un'abile mossa, scambiamo Anna con Maria Antonietta, così entrambe possono pranzare con chi preferiscono avere vicino.

Nel pomeriggio ci dividiamo. Chi come Trevis si lascia rapire dal gruppo baby-sitting, ottimamente condotto da Maria Chiara e Greta, che si prendono cura delle nostre pianticelle prolife. Chi come Lara diligentemente cerca un altro gruppo, dato che - ci viene detto - il lavoro tra mattina e pomeriggio è identico.
Chi invece si ricorda che non fa parte di nessun cav ed è lì per socializzare, anzi ri-socializzare, trova modalità alternative di trascorrere il tempo. 

Per chi vuole c'è la messa. Gori e Trevis se la perdono, confidando nella messa del giorno dopo che invece, a sorpresa, cambia orario spiazzandoli. 

Calano le tenebre, e dopo un'altra abbondante cena ( mai mangiato tanta pasta in vita mia, due portate mattina e sera!!) ci dividiamo, chi per un Bang al volo (dove mi hanno fatto fuori due volte, una come rinnegato e una come fuorilegge) chi per una visione di un noto film spagnolo che sta riempiendo le sale cinematografiche di Roma e non solo. 

Scopro in questi due giorni che lo scopo dei giochi per Antonella e Chiara non è tanto vincere ma farmi perdere. Credevate voi che si riuscisse a fare un Citadels senza che Chiara mi accoppasse più volte e Anna mi derubasse? Ovvio che no. 

Arriviamo a domenica: che inizia benissimo per me, con una doccia gelata (non in senso metaforico); poi in plenaria, non prima, però, di essersi fatti una passeggiata sulla spiaggia, con Giova, Trevis, Lara, Anna, Antonella, Maria Antonietta e Chiara, alla ricerca di conchiglie per una collana. 
Gli ultimi interventi, che sintetizzano quanto i vari gruppi hanno fatto. 
E poi il pranzo. 

E i saluti: chissà quando ci rivedremo. Parte il pullman del Veneto, e salutiamo Anna. Parte il pullman del Piemonte, e salutiamo Piergiorgio. 
E alla fine partiamo anche noi, salutati da Chiara e Antonella che hanno deciso di partire più tardi in treno. 
Abbiamo la nostra musica che ci fa compagnia, e un Trevis scatenato viola ripetutamente i limiti di velocità. Arrivati alla nostra amata Florence, anche noi, a rate, ci salutiamo. 

Cosa mi porto dietro, a parte una graziosa cartellina e una penna nuova? La consapevolezza che qualcosa sta veramente cambiando. Lo capisco parlando con gli altri, con i colleghi del direttivo, con Sara, con Giuseppe, con Paola. 
Stiamo finalmente per rialzare la testa. Come? Per quale motivo? Se Dio vuole, lo vedrete tutti, chiaramente, nei prossimi mesi. 

Il futuro comincia qui: mai titolo di un convegno fu più profetico. 

EMANUELE PETRILLI 
Movit Firenze e Siena




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