La parola Natale e la parola Amore sono nella fede cristiana profondamente legate tra loro.
Nel farsi uomo Gesù manifesta all’umanità l’amore
di Dio. In una parola ci ricorda che siamo AMATI. Guardare il Figlio di Dio
concepito ci permette di riconoscere e vivere il nostro stesso essere figli
amati di Dio. La “figliolanza divina”, l’esistenza fatta d’amore, ha secondo Edith Stein questi tre segni:
essere una cosa sola con Dio, riconoscere che tutti sono una cosa sola in Dio e
fare la sua volontà.
Scoprirci amati e corrispondere questo amore ci porta ad
essere una cosa sola con Dio. Questa unione però non può fermarsi a uno stato
di meditazione continua senza effetti. Al contrario dovrebbe portare a un
risultato immediato, il secondo segno descritto da Edith Stein: “Se Dio è in
noi e se egli è amore, allora non possiamo che amare i fratelli. Per questo il
nostro amore del prossimo è la misura del nostro amore di Dio. Ma si tratta di
un amore diverso dall’amore naturale” . Infatti il nostro amore per gli altri
conosce è fatto di simpatie, amicizie legami, e la maggioranza dell’umanità per
quanto prossima rimane estranea.
Il volontariato al servizio della vita ci chiama invece a
farci prossimi di chiunque. L’amore per la vita è un riflesso geometrico
dell’amore cristiano in cui “non esiste alcun “estraneo”. Nostro “prossimo” è
chi sta via via davanti a noi e ha più bisogno di noi, sia egli o meno nostro
parente, ci “piaccia” o no, sia “moralmente degno” o meno del nostro aiuto.
L’amore di Cristo non conosce confini, non viene mai meno, non si ritrae di
fronte all’abbiezione morale e fisica”.
Il terzo segno dell’adesione alla condizione filiale è
quanto mai aderente alla condizione del figlio concepito che tanto strenuamente
difendiamo. Il concepito è nella condizione della totale dipendenza. Il figlio concepito è cioè l’immagine estrema
dell’infanzia spirituale. Domandiamoci allora se anche noi sappiamo essere
figli capaci di abbandonarsi alla totale dipendenza da Dio. Figli capaci di
aderire alla Sua volontà d’amore, capaci cioè di “riportare nelle sue mani ogni
preoccupazione e speranza”.
TEP.
I testi di Edith Stein sono tratti da: Das
Weihnachtsgeimmis. Menschwerdung und Menschheit. Traduzione Italiana: : Il
mistero del Natale. Incarnazione e umanità. Ed. Queriniana. 1989. Brescia.
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