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Humane vitae: il primato dell'amore

Quarantacinque anni fa l'enciclica di Paolo VI: i limiti dello sviluppo superati dall'amore integrale, perché solo difendendo la vita si giunge alla pace autentica.

Il 25 luglio è l'anniversario della pubblicazione dell'enciclica Humane Vitae di Paolo VI. Nel 1968 il pontefice affrontava le nuove sfide poste dalla modernità alla bioetica. Il tema della procreazione umana era all'epoca, come oggi, oggetto di speculazioni da parte di quanti temevano il pericolo di una eccessiva popolazione per il pianeta. Queste posizioni neomalthusiane tornano continuamente di moda accompagnate dalle previsione stagionalmente corrette circa i "limiti dello sviluppo", come recita il celebre rapporto commissionato dal Club di Roma nel '72.

Ai limiti dello sviluppo Paolo VI oppone il perseguimento dello sviluppo umano integrale, seguendo l'intuizione del filosofo francese J. Maritain: "Il problema della natalità, come ogni altro problema riguardante la vita umana, va considerato, al di là delle prospettive parziali - siano di ordine biologico o psicologico, demografico o sociologico - nella luce di una visione integrale dell’uomo" (HV n.7). Un documento che suscitò all'epoca molte discussioni circa le posizioni della Chiesa sulla contraccezione.

Le posizioni dell'Humane Vitae sono state più volte ribadite dai pontefici successivi l'enciclica tuttavia suscitano periodicamente discussioni. Forse perché allora come oggi non è diminuita la pressione delle posizioni ideologiche sui temi della bioetica. Ma come allora rimane valida la ricetta di Paolo VI fondata sull'amore donativo dei coniugi: "Per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione delle loro persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite" (HV n. 8).

La difesa della vita umana nel magistero di Paolo VI ha inoltre uno speciale legame con la promozione della pace: "Ogni delitto contro la vita è un attentato contro la pace, specialmente se esso intacca il costume del popolo..., mentre dove i diritti dell'uomo sono realmente professati e pubblicamente riconosciuti e difesi, la pace diventa l'atmosfera lieta e operosa della convivenza sociale" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1977,711-712). Un concetto poi ribadito da Giovanni Paolo II nella sua enciclica Evangelium Vitae. 

Recentemente Benedetto XVI, i nel quarentennale dell'enciclica, ricordava come: "la possibilità di procreare una nuova vita umana e' inclusa nell'integrale donazione dei coniugi". Ora Papa Francesco, continuando il magistero petrino, continua a ricordarci la centralità della questione antropologica invitandoci "a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento" (Regina Coeli del 12 maggio 2013).

Leggi l'enciclica Humane Vitae: http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/encyclicals/documents/hf_p-vi_enc_25071968_humanae-vitae_it.html
 
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