Scegliere, una parola semplice, eppure così complessa, scegliere cosa bere la mattina, scegliere cosa indossare per andare a lavoro, scegliere, scegliere, scegliere.
Eppure ci sono cose per cui la
semplice scelta non basta, non basta scegliere di sì o di no, bisogna esserne
sicuri, sicuri di ciò che si sta facendo.
L’aborto è una di queste scelte,
abortire significa togliere il diritto alla vita a un qualcuno, che sia maschio
o femmina, che sia sano o malato, che sia per o contro il suo bene.
Abortire non è come spingere un
pulsante, non è come premere ON ed OFF, abortire significa avere tra le mani il
destino di una vita.
I vivi possono decidere i destini
degli altri vivi, ma se ciò comportasse qualcosa di più che scegliere se far
vivere o meno una persona?
Se ciò, invece, significasse privare
una vita di ciò che la rende tale?
Non si pensi di essere egoisti nel
tenere in vita una persona, che abbia difetti o meno, solo per motivi
personali; La vita è una medaglia, ha sempre due rovesci:
Conosceremmo la gioia, se non
conoscessimo il dolore?
Conosceremmo la felicità, se non
conoscessimo la tristezza?
Conosceremmo l’amore, se non
conoscessimo l’odio?
Detto ciò lascio a voi la scelta, non
pensate che un problema possa far diventare la vita di una persona una
sofferenza, non pensate che le sue difficoltà non possano essere superate, non
siate egoisti, non decidiate a scapito della vita stessa, decidiate per il bene
di coloro che non sanno ancora di essere amati.
Absence
E fu la vita, in quest’attimo.
In questa via, in
questo calvario.
In questo mondo di
paure, di angosce.
Di mille momenti,
come di lacrime al vento.
Come di tenebra alla
luce, di ombre al sole.
Di lunghi istanti al
valico delle ragioni, delle vite.
A quando il fatal
sospir chiese.
Quale, qual è la
vita.
Nel mare delle nostre
ragioni il motivo, affonda.
Nel silenzio dei
nostri pianti, si perde il senso, la pura ragione del gesto.
Di quella singola
scelta, della vita e del no.
G. A.
G. A.
è stato per me un onore vergare queste parole
RispondiElimina