Riconoscere nel concepito “uno di noi” cambia completamente il senso dei diritti umani, dell’eguaglianza e della dignità umana. Perciò è urgente fare tutto il possibile per restituire all’Europa il suo vero fondamento: la centralità della persona.
L'iniziativa dei cittadini europei "Uno di Noi" è inequivocabilmente lo strumento attraverso il quale, utilizzando questo istituto di democrazia offertoci dall'art. 11 del Trattato di Lisbona, si dà voce all'embrione che chiede di essere tutelato. Con essa si chiede alla Commissione Europea che il bambino concepito e non ancora nato sia considerato, come è e come è già riconosciuto a livello scientifico, un individuo appartenente alla specie umana. Questa battaglia è necessaria in tutta Europa perché l'Europa sta smarrendo in senso del suo costituirsi. I padri fondatori dell'Europa (De Gasperi, Adenauer, Schuman, Monet) avevano pensato ad una "Europa dei Popoli" dove principio di eguaglianza tra ogni vita umana avesse un significato reale.Chi legge il Trattato di Lisbona e la Carta europea dei diritti fondamentali si domanda come mai coloro che hanno redatto e stipulato il Trattato non hanno voluto accettare il richiamo delle radici cristiane dell’Europa. In effetti l’Unione Europea (UE) si autoafferma come una “unione di valori”, ma questi valori sono tutti fondati sulla visione cristiana dell’uomo. E’ impressionante l’insistenza con cui tre espressioni: dignità umana, diritti dell’uomo e eguaglianza sono ripetute nel Trattato di Lisbona, sia nel Trattato sull’Unione Europea (TUE), sia nel Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), sia della Carta europea dei diritti fondamentali (Carta di Nizza).
Tuttavia queste espressioni non sono in grado di proteggere inequivocabilmente il diritto alla vita, se tale diritto lo si intende esistente sin dal concepimento, come sarebbe coerente riconoscere, posto che il valore della vita umana è la prima essenziale espressione della dignità. A ciò occorre aggiungere che l’uguaglianza non è pienamente realizzata se si accetta la discriminazione tra gli esseri umani nati e non ancora nati, se non si riconosce cioè che titolare dei diritti dell’uomo è ogni individuo vivente della specie umana a prescindere da ogni ulteriore qualità che possa essergli attribuita.
Il rifiuto dell’Europa di riconoscere nel concepito “uno di noi” cambia completamente il senso dei diritti umani, dell’eguaglianza e della dignità umana. Perciò è urgente fare tutto il possibile per restituire all’Europa il suo vero fondamento come recita l’art. 2 del Trattato di Lisbona (TUE). Questo è tanto più necessario nel momento in cui la crisi economica offusca l’idea stessa di Europa pensata come luogo del benessere materiale. I cittadini si sentono sempre più distanti dagli ideali che mossero i padri fondatori. Ritrovare l’unità dei popoli europei intorno al valore della dignità umana, presente sempre e comunque in ogni uomo, appare, perciò, anche un modo per evitare la sconfitta dell’Europa.
Oggi, tanto più in questo momento di crisi economica che è anche crisi di valori, noi vogliamo dare un contributo convinto, con tutto il cuore, proprio in positivo, perchè l'Europa riscopra davvero la dignità umana nel più piccolo e nel più debole, quello che Madre Teresa di Calcutta ha definito "Il più povero dei più poveri", cioè il bambino concepito e non ancora nato.
Maggiori informazioni sull'iniziativa al link: www.oneofus.eu
(giovaniprolife/Umberto Pandolfi)
Nessun commento:
Posta un commento