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Diritti delle donne: premio Sakharov a Malala, minacciata di morte dai talebani.



"Attivista coraggiosa per l'istruzione ci ricorda il nostro dovere verso i bambini, in particolare verso le bambine, Malala è una ragazza eroica e il premio Sakharov è stato deciso all'unanimità", ha detto il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz. Il Premio Sakharov 2013 per la libertà di pensiero del Parlamento europeo è stato, così, assegnato a Malala Yousafzai  la ragazzina pachistana ferita gravemente un anno fa dai Talebani in un attentato e le sarà consegnato nella sessione plenaria del Parlamento che si terrà a Novembre.
"Malala - ha commentato il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Joseph Daul - impersona la lotta per l'istruzione delle ragazze in aree in cui il rispetto per le donne e per i loro diritti fondamentali è completamente ignorato. E' un'icona del coraggio per tutte le adolescenti che osano perseguire le loro aspirazioni e che, come una candela, illumina il percorso fuori dall'oscurità"." E' assurdo - ha fatto eco il capogruppo dell'Alleanza dei socialisti e democratici all'Europarlamento, Hannes Swoboda - che oggi donne e ragazze debbano ancora lottare per l'eguaglianza e l'istruzione. Il premio Sakharov simboleggia l'apprezzamento dei suoi sforzi e dovrebbe ricordare a tutti noi che l'eguaglianza ed il diritto all'istruzione non possono essere dati per scontati".

Malala viene resa nota dalla cronaca nell’Ottobre 2012, quando a soli 15 anni viene ferita da un talebano al collo e alla testa, nel bus che la riportava a casa da scuola. E non si è trattato di un incidente o di un azione di bullismo pensata e realizzata nello stesso momento. Il miliziano che la ha colpita ha fermato il bus e chiesto chi fosse proprio lei, Malala. Nessuno ha risposto ma gli sguardi hanno tradito l’identità della ragazza. Malala dava fastidio perché da anni, raccontava come una fatwa impedisse alle bambine e alle ragazze di studiare. Insieme a lei furono ferite due compagne di Malala, ma le condizioni di quest’ultima si mostrarono più serie: fu trasferita nell'ospedale di Peshawar, capoluogo della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, con un elicottero inviato dal premier Raja Pervez Ashraf, ma qui l'equipe medica consigliò di trasferirla in un ospedale all'estero ''per salvarla''. Venne scelto l'ospedale Queen Elizabeth di Birmingham, in Gran Bretagna, dove ha subito una delicata ricostruzione del cranio e dal quale venne dimessa solo l'8 febbraio scorso. A marzo è potuta tornare a scuola, la Edgbaston High School di Birmingham.

Una persona comune avrebbe “imparato la lezione” e avrebbe pensato a tenere cara la propria vita. Ma l’eroicità sta proprio al di fuori delle scelte banali ed egoistiche che uno potrebbe fare. Per questo, Malala ha continuato ed anzi potenziato la sua sensibilizzazione e impegno nei confronti dell’istruzione femminile. Ha scritto le sue memorie per testimoniare la sua vicenda e per essere un coraggioso esempio per tante ragazze che vivono le stesse condizioni in cui ha vissuto lei. Naturalmente, come è logico pensare, i talebani non l’avranno presa bene. La reazione del movimento dei talebani pakistani, il Tehreek-e-Taliban Pakistan è stata dura : “Malala – ha detto all'Afp il portavoce del gruppo, Shahidullah Shahid - non ha fatto nulla per meritare il premio che le hanno assegnato i nemici dell'Islam perché ha abbandonato la religione musulmana ed è diventata laica e proveremo di nuovo ad ucciderla”.

Ma come si riporta spesso in questo blog, la forza delle donne va spesso oltre le minacce e le paure. E con essa la volontà di fare del bene al prossimo. In questo, Malala è un grande esempio per la nostra realtà: come donna e come “volontaria” al servizio di una grande causa.

Giovanna Sedda

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