Continuano le restrizioni all'aborto negli USA, ma la Planned Parenthood ha chiesto alla Corte distrettuale di sospendere le nuove norme.
Molti Stati degli USA hanno intrapreso un percorso di
restrizione della normative sull’aborto di cui abbiamo spesso parlato (leggiqui per approfondire). Tra questi c’è l’Iowa, il cui Board of Medicine ha votato
con larga maggioranza (8-2) una nuova normativa che vieterà la pratica dell’aborto
telematico dal prossimo 6 novembre.
Una pratica che consente la somministrazione
della pillola RU486 al di fuori del contesto ospedaliero purchè paziente e
medico siano contatto video: una pratica che pone seri problemi
sanitari legate alla gestione delle possibili complicazioni conseguenti alla'assunzione della RU486 che in alcuni casi hanno portato anche alla morte delle gestanti. Per questa ragione il Board presentando le novità da introdurreha posto l’attenzione
proprio sugli standard sanitari di assistenza da garantire alle pazienti.
La leader locale dell’organizzazione Planned Parenthood (PP), il
più grande gestore di cliniche per aborti al mondo di recente finita sotto
inchiesta (leggi qui), lunedì ha presentato un ricorso ai giudici distrettuali per
impedire il cambiamento della regolamentazione vigente. Secondo la PP la nuova
normativa ridurrebbe l’accesso all'aborto da parte delle donne dell’Iowa. Una posizione che rivela come le associazioni abortiste
intendano l’aborto: una semplice “pratica su richiesta”, addirittura un “diritto”
legato ai diritti riproduttivi.
Jill June, chief executive officer della locale Planned
Parenthood, ha contestato la natura politica dell’intervento legislativo e l’assenza di prove
mediche o informazioni tali da mettere in discussione la sicurezza del sistema
di somministrazione dei farmaci attraverso la telemedicina: "E ' evidente
che lo scopo di questa regola è quello di eliminare l'aborto in Iowa , e non ha
nulla a che fare con la sicurezza".
(giovani prolife/TE)
Nessun commento:
Posta un commento