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Miss, mia cara miss (prolife).

«Sento il compito di essere una luce nel buio. Dal momento del concepimento nella mia vita c’è sempre stata la luce associata al buio: la mia storia è dura ma ha aiutato tante persone»


«Sapere come sono stata concepita non mi ha impedito di crescere», ha ribadito Miss Pennsylvania, «Anzi mi ha fortificato: vedere il sacrificio di mia madre e della mia famiglia mi ha fatto capire che non importa cosa ti sia successo, anzi i limiti e le difficoltà ti rafforzano. Ho imparato a trarre vantaggio da ogni ostacolo»

Queste le parole di Valerie Gatto, una giovane ragazza, vincitrice del premio di bellezza Miss Pennsylvania 2014. Come lei confessa ai giornalisti, stupefatti, che la intervistano, è nata da uno stupro.  La madre, infatti, diciannovenne, fu aggredita e violentata all'uscita dal lavoro.

La sua è una storia di riscatto, di coraggio. La cosa che più colpisce nelle parole di Valerie sono la loro forza: ringrazia il Signore «per avermi condotta fin qui. Per questo non mi faccio fermare dal mio passato o dalle avversità»
Quell'evento negativo – che avrebbe dovuto rovinargli la vita – non ha determinato la sua infelicità.

A volte siamo portati a pensare che di fronte a casi particolarmente gravi, come per esempio lo stupro, la cosa “migliore” da fare “per il bene del bambino” sia abortire. Per evitargli una vita di grande infelicità, non degna di essere vissuta. La storia di Valerie ci dimostra che c'è sempre possibilità reale anche in questi casi, una possibilità di riscatto. Ci dimostra come la vita abbia le risorse per “farcela” anche nelle situazioni più buie e sia più forte del nulla.

Fabrizio Sanna

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