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USA: vietato anche stare in silenzio

La Corte Suprema degli Stati Uniti giudicherà per la prima volta la legittimità della presenza delle associazioni pro life fuori dalle cliniche in cui si pratica l’aborto.

“La sentenza potrebbe abolire una recente legge dello Stato del Massachusetts, che ha sancito l’obbligo per gli anti abortisti di mantenere una distanza di circa 11 metri dall’entrata delle cliniche. Ma, al contrario, se si pronunciasse contro i ricorrenti, la Corte potrebbe minare in tutta America la libertà di espressione contenuta nel primo emendamento della Costituzione” riporta la giornalista Benedetta Frigeiro.

In America si tratta di decidere se, negando la possibilità della presenza e della manifestazione del pensiero pro life, si leda il primo emendamento. La situazione dovrebbe essere più automatica in Italia. Naturalmente il condizionale è d’obbligo, perché, nonostante la possibilità per le associazioni pro life di stare fisicamente nei luoghi in cui si praticano gli aborti (ospedali e consultori) sia espressamente prevista dalla legge 194, di fatto questa possibilità/ diritto viene quotidianamente negata. 

Eppure, molte donne hanno cambiato idea messe davanti a una reale possibilità di scelta proprio dalle associazioni che si trovavano davanti agli ospedali, le uniche peraltro che hanno la volontà precisa di supportare e aiutare le donne (e non di eliminare unicamente e momentaneamente “il problema”).
Pare che l’alternativa che i movimenti pro life vogliono proporre alle mamme, spaventi un po’.Forse perché si tratta di risvegliare le coscienze? Si sa, la verità fa sempre un po’ paura.

 
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