La Giornata Mondiale della Gioventù rinnova l'impegno dei giovani prolife. Insieme rispondiamo all'invito della Chiesa a testimoniare l'amore e l'accoglienza nei confronti di ogni uomo e in ogni condizione.
La provvidenza ha voluta che i giovani prolife trascorressero la loro settimana annuale di formazione a Maratea, città scelta dal Servizio Nazione per la Pastorale Giovanile della CEI come punto di ritrovo per quanti non andranno a Rio.Il filo immaginario che lega questi due luoghi tanto distanti geograficamente è costituito dalle due statue monumentali del redentore presente in entrambe le località. In questo modo anche noi abbiamo la possibilità di sentirci accolti dal duplice abbraccio, di Cristo e del Papa. Sentiamo così particolarmente vicine la Parola del primo e le parole del secondo.
Ci ha colpito in particolare il discorso pronunciato dal suo arrivo dal Santo Padre: "La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo. E' la finestra, e quindi ci impone grandi sfide. La nostra generazione si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane quando saprà offrirgli spazio". Si tratta di un impegno generazionale concreto che Francesco ha voluto definire ancora meglio.
"Questo significa: tutelarne le condizioni materiali e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinché diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lei le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti" [1].
Siamo sicuri che gli incontri di Rio, e la speciale comunione con loro vissuta da Maratea, saranno un crescendo di intensità e di appello per la vita di ogni giovane. Oltre che, come abbiamo visto, un richiamo preciso affinchè istituzioni, classe dirigente e non solo, sappiamo rispettare e promuovere il ruolo dei giovani nella vita pubblica e sociale.
Questo ci riguarda da vicino anche come giovani prolife chiamati ad essere portavoci di chi non ha ancora voce: il più indifeso tra gli indifesi, il bambino concepito e non ancora nato che è al tempo stesso il più giovane di noi giovani. E lo stesso ci riguarda nel nostro impegno per il rispetto della dignità umana in tutte le condizioni di vita, oltre che nella sua dimensione familiare.
Nel nostro impegno particolare, riscopriamo continuamente il posto dell'amore. Per quanti di noi si impegnano con fede per testimoniare l'amore e l'accoglienza della vita umana l'invito lasciatoci da Benedetto XVI alla vigilia della GMG è particolarmente significativo: "vorrei invitarvi ad ascoltare nel profondo di voi stessi la chiamata di Gesù ad annunciare il suo Vangelo. Come mostra la grande statua di Cristo Redentore a Rio de Janeiro, il suo cuore è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le braccia di Gesù! Andate a testimoniare il suo amore, siate i nuovi missionari animati dall’amore e dall’accoglienza!" [2]
(TE)
___________________
[1] CERIMONIA DI BENVENUTO - DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO Giardino del Palazzo Guanabara di Rio de Janeiro. Lunedì, 22 luglio 2013
[2] MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2013