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Proteggere la vita con coraggio e amore.

A distanza di un anno dalla rinuncia del ministero petrino ripubblichiamo un estratto dal Discorso di Papa Benedetto XVI ai Membri del MpV. Un incoraggiamento a continuare a servire la vita alla scuola del Vangelo nella continuità del magistero di Papa Francesco.


Guardando ai passati tre decenni e considerando l’attuale situazione, non si può non riconoscere che difendere la vita umana è diventato oggi praticamente più difficile, perché si è creata una mentalità di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo. Come conseguenza ne è derivato un minor rispetto per la stessa persona umana, valore questo che sta alla base di ogni civile convivenza, al di là della fede che si professa.

Certamente molte e complesse sono le cause che conducono a decisioni dolorose come l’aborto. Se da una parte la Chiesa, fedele al comando del suo Signore, non si stanca di ribadire che il valore sacro dell’esistenza di ogni uomo affonda le sue radici nel disegno del Creatore, dall’altra stimola a promuovere ogni iniziativa a sostegno delle donne e delle famiglie per creare condizioni favorevoli all’accoglienza della vita, e alla tutela dell’istituto della famiglia fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna. L’aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto una ulteriore ferita nelle nostre società, già purtroppo gravate da profonde sofferenze.

Tanto impegno, in verità, in questi anni è stato profuso, e da parte non solo della Chiesa, per venire incontro ai bisogni e alle difficoltà delle famiglie. Non possiamo però nasconderci che diversi problemi continuano ad attanagliare la società odierna, impedendo di dare spazio al desiderio di tanti giovani di sposarsi e formare una famiglia per le condizioni sfavorevoli in cui vivono. La mancanza di lavoro sicuro, legislazioni spesso carenti in materia di tutela della maternità, l’impossibilità di assicurare un sostentamento adeguato ai figli, sono alcuni degli impedimenti che sembrano soffocare l’esigenza dell’amore fecondo, mentre aprono le porte a un crescente senso di sfiducia nel futuro. E’ necessario per questo unire gli sforzi perché le diverse Istituzioni pongano di nuovo al centro della loro azione la difesa della vita umana e l’attenzione prioritaria alla famiglia, nel cui alveo la vita nasce e si sviluppa. Occorre aiutare con ogni strumento legislativo la famiglia per facilitare la sua formazione e la sua opera educativa, nel non facile contesto sociale odierno.

Per i cristiani resta sempre aperto, in questo ambito fondamentale della società, un urgente e indispensabile campo di apostolato e di testimonianza evangelica: proteggere la vita con coraggio e amore in tutte le sue fasi. Per questo, cari fratelli e sorelle, domando al Signore di benedire l’azione che, come Centro di Aiuto alla Vita e come Movimento per la Vita, voi svolgete per evitare l’aborto anche in caso di gravidanze difficili, operando nel contempo sul piano dell’educazione, della cultura e del dibattito politico. E’ necessario testimoniare in maniera concreta che il rispetto della vita è la prima giustizia da applicare. Per chi ha il dono della fede questo diventa un imperativo inderogabile, perché il seguace di Cristo è chiamato ad essere sempre più “profeta” di una verità che mai potrà essere eliminata: Dio solo è Signore della vita. Ogni uomo è da Lui conosciuto e amato, voluto e guidato. Qui soltanto sta l’unità più profonda e grande dell’umanità, nel fatto che ogni essere umano realizza l’unico progetto di Dio, ognuno ha origine dalla medesima idea creatrice di Dio.

(Benedetto XVI, estratto dal Discorso  ai Membri del MpV. 2007)

GMG Rio 2013:Giovani testimoni dell'accoglienza

La Giornata Mondiale della Gioventù rinnova l'impegno dei giovani prolife. Insieme rispondiamo all'invito della Chiesa a testimoniare l'amore e l'accoglienza nei confronti di ogni uomo e in ogni condizione.

La provvidenza ha voluta che i giovani prolife trascorressero la loro settimana annuale di formazione a Maratea, città scelta dal Servizio Nazione per la Pastorale Giovanile della CEI come punto di ritrovo per quanti non andranno a Rio.

Il filo immaginario che lega questi due luoghi tanto distanti geograficamente è costituito dalle due statue monumentali del redentore presente in entrambe le località. In questo modo anche noi abbiamo la possibilità di sentirci accolti dal duplice abbraccio, di Cristo e del Papa. Sentiamo così particolarmente vicine la Parola del primo e le parole del secondo.

Ci ha colpito in particolare il discorso pronunciato dal suo arrivo dal Santo Padre: "La gioventù è la finestra attraverso la quale il futuro entra nel mondo. E' la finestra, e quindi ci impone grandi sfide. La nostra generazione si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane quando saprà offrirgli spazio". Si tratta di un impegno generazionale concreto che Francesco ha voluto definire ancora meglio.

"Questo significa: tutelarne le condizioni materiali e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l'educazione affinché diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l'eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lei le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti" [1].

Siamo sicuri che gli incontri di Rio, e la speciale comunione con loro vissuta da Maratea, saranno un crescendo di intensità e di appello per la vita di ogni giovane. Oltre che, come abbiamo visto, un richiamo preciso affinchè istituzioni, classe dirigente e non solo, sappiamo rispettare e promuovere il ruolo dei giovani nella vita pubblica e sociale.

Questo ci riguarda da vicino anche come giovani prolife chiamati ad essere portavoci di chi non ha ancora voce: il più indifeso tra gli indifesi, il bambino concepito e non ancora nato che è al tempo stesso il più giovane di noi giovani. E lo stesso ci riguarda nel nostro impegno per il rispetto della dignità umana in tutte le condizioni di vita, oltre che nella sua dimensione familiare.

Nel nostro impegno particolare, riscopriamo continuamente il posto dell'amore. Per quanti di noi si impegnano con fede per testimoniare l'amore e l'accoglienza della vita umana l'invito lasciatoci da Benedetto XVI alla vigilia della GMG è particolarmente significativo: "vorrei invitarvi ad ascoltare nel profondo di voi stessi la chiamata di Gesù ad annunciare il suo Vangelo. Come mostra la grande statua di Cristo Redentore a Rio de Janeiro, il suo cuore è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le braccia di Gesù! Andate a testimoniare il suo amore, siate i nuovi missionari animati dall’amore e dall’accoglienza!" [2]
(TE)
___________________
[1] CERIMONIA DI BENVENUTO - DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO Giardino del Palazzo Guanabara di Rio de Janeiro. Lunedì, 22 luglio 2013

[2] MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2013
 
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