Il Pontefice incontrando i medici cattolici ha ricordato le parole di Benedetto XVI: Non c’è vero sviluppo senza apertura alla vita.
Capita così che lo spazio lasciato al discorso del pontefice tenuto in occasione dell’incontro con la federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici sia passato in sordina. Ma nelle parole pronunciate nella sala clementina da Francesco c’è tutta la bioetica della dottrina sociale. Il Papa ha messo in guardia dallo smarrimento della vocazione medica: “Il disorientamento culturale ha intaccato anche quello che sembrava un ambito inattaccabile: il vostro, la medicina! Pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte a non rispettare la vita stessa”.
Il papa ha poi ricordato le parole di Benedetto XVI: “Non c’è vero sviluppo senza questa apertura alla vita. Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco (Caritas in Veritate, n. 28)”.
Avviandosi alla conclusione il Pontefice ha poi dato il suo mandato agli operatori sanitari: “siate testimoni e diffusori di questa “cultura della vita”. Il vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento”.
Infine, in linea con quanto aveva già chiesto al mondo prolife riunitosi per la Giornata dell’Evangelium Vitae (leggi qui) dello scorso 16 giugno, Francesco ha esortato i presenti e con loro ciascun volontario al servizio della vita: “Il Signore conta anche su di voi per diffondere il vangelo della vita”.
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