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Perché firmare (ancora) per la Vita

Un bilancio delle iniziative promosse dal MpV. 

L’impegno pubblico ha ricordato alla politica la centralità dell’uomo influenzando in positivo le scelte e l’attività del Parlamento. Firmare oggi per Uno di noi permetterà a questo percorso di continuare in tutta Europa.

Negli ultimi trentacinque anni di storia gli italiani sono stati chiamati a firmare per la vita in almeno quattro occasioni importanti. In tutte l’impulso è partito dal Movimento per la Vita Italiano, il principale movimento prolife del nostro Paese. Scopriamo quali risultati sono stati ottenuti nel passato per capire l’importanza della mobilitazione presente.

La prima raccolta firme risale al 1977 quando il MpV propose una legge di iniziativa popolare[1]. Quell’iniziativa non cadde nel vuoto ed influenzò addirittura la legge 194 di cui si chiese l’abrogazione nel 1980. L’art. 2 della legge prevede infatti l’opportunità della presenza delle associazioni di volontariato nei consultori, un adempimento purtroppo ancora oggi largamente disatteso.

Nonostante il referendum abrogativo del 1981 non ottenne il risultato sperato quella mobilitazione ebbe il merito di tenere unito il fronte prolife e di permettere la nascita dei Centri di aiuto alla Vita che da allora hanno salvato oltre centomila neonati!

Ancora più significativi sono stati i risultati della petizione promossa nel 1988 che portò al dibattito parlamentare da cui nacque il Comitato Nazionale di Bioetica, lo stesso che nel 1996 dichiarò l’embrione umano “uno di noi” [2].

Il 1995 è ancora l’anno di una legge di iniziativa popolare per il riconoscimento della capacità giuridica del concepito. La sua influenza è giunta sino a tempi recenti: l’art. 1 della legge 40, tanto attaccata dalla magistratura militante, ricalca proprio la proposta prolife. Essa riconosce infatti il “concepito quale soggetto” coinvolto e di cui vanno assicurati i diritti.

A ben vedere l’impegno trentennale del Movimento ha avuto una funzione fondamentale. Come ha ricordato il Card. Bagnasco, Presidente della CEI, “se nella cultura italiana l’opzione abortiva non è divenuta un normale dato di fatto molto si deve all’iniziativa di questo volontariato” [3]. Un motivo in più per impegnarsi negli ultimi mesi utili al successo dell'iniziativa "Uno di noi" insieme a tutti i prolife d'Europa

(Giovani Prolife)

Fonte www.mpv.org
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[1] Legge di iniziativa popolare “Accoglienza della vita umana e tutela sociale della maternità”, 1978.
[2] Parere del CNB “Identità e statuto dell'embrione umano”, 22 giugno 1996.
[3] Messaggio ai Vescovi, 23 maggio 2011.

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