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Il "miracolo" della vita secondo Hirst.

L'artista inglese ha raffigurato le fasi della vita nascente in 14 monumentali sculture di bronzo.

In Qatar, dopo essere stata coperta per settimane, è stata finalmente mostrata al mondo l’ultima opera dell’eccentrico Damien Hirst: “The Miraculous Journey” ovvero il viaggio miracoloso. L’opera è composta da 14 grandi sculture di bronzo e rappresenta le fasi della gravidanza, della crescita del feto nel grembo, con il realismo solito dello sculture. L’opera giganteggia all’esterno del Sidra Medical and Research Center, un padiglione dedicato alla ricerca e alla salute delle donne e dei bambini appena alla periferia della capitale, Doha.


Il momento dell'inaugurazione
dell'opera "The Miraculous
Journey", a Doha, Quatar.
Non è la prima volta che Hirst si confronta con il tema della vita nascente. Ha destato negli anni passati molto interesse l’installazione in di una enorme scultura "Verity" (nella foto grande) raffigurante una donna incinta. La statua che mostrava la sezione del grembo e il bambino già formato all’interno ha suscitato anche vivaci polemiche. A metà strada tra lettura materica ed esplorazione scientifica, i suoi ultimi lavori ricordano alcuni dei disegni leornadeschi sull’anatomia.

Damien Hirst è letteralmente un giovane artista britannico, è infatti il capofila del gruppo YBAs (Young British Artists). Le sue opere sono una indagine della materia vivente, e non hanno mancato di attirare critiche e contestazioni per il loro crudo realismo. Con il passaggio dall’esposizione di animali imbalsamati alla scultura metallica Hirst indaga nel dettaglio, anche grazie alle grandi dimensioni, il corpo umano e i volumi della vita biologica.

L’opera inaugurata a Doha è stata acclamata dal New York Times come un nuovo livello di accettazione dell’arte occidentale nel mondo arabo, ma avrebbe molto da dire anche all’occidente spesso così indifferente proprio al tema della vita nascente. Per il Qatar infatti il problema principale è quello della nudità dei corpi raffigurate dentro il grembo. Un ostacolo culturale facilmente superato proprio dalla religione.

Al NYT la responsabile della Qatar Museums Authority ricorda “C'è un versetto del Corano sul miracolo della nascita... [quest’opera] non è in contrasto con la nostra cultura o la nostra religione”. Guardando i grandi bronzi di Hirst rimaniamo ancora una volta stupiti del “miracolo” della vita: speriamo che anche l’arte aiuti a risvegliare il senso di responsabilità di tutti nei confronti del bambino non nato e ci spinga ad impegnarci per una sempre crescente tutela della vita umana.


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