Negli USA ci sono sempre meno cliniche per abortire. Regole stringenti e riduzione delle richieste, spingono gli ambulatori a chiudere, così l'america è sempre meno "aborting".
Mentre in Italia conviviamo con l’intoccabilità della legge
194, negli Stati Uniti le cose cambiano... Non solo di Stato in Stato la
regolamentazione sull’aborto diviene sempre più stringente, ma anche le cliniche
private specializzate in aborti, le cd “abortion facilities” stanno chiudendo
una dopo l’altra.
Crolla così il mito femminista che lega, ancora al di qua
dell’oceano, la possibilità di abortire alla libertà della donna. Nell’Aborting America, nella terra dove tutto è
permesso, il numero di cliniche per abortire diminuisce: semplicemente, senza
polemiche, senza crociate verso quei medici che scelgono di non praticare l’aborto,
tanto meno verso quei politici che non fermano la tendenza al declino.
Si conta che nel 2013 ben trenta cliniche statunitensi si sono
avviate verso la chiusura. Un numero doppio rispetto a quelle chiuse nel 2012,
e siamo solo al mese di agosto. Il fenomeno è correlato ai recenti scandali
sulle condizioni sanitarie delle cliniche della morte. Non sono mancate inoltre
casi di maltrattamenti e inadempienze tragicamente fatali anche per le madri
che hanno portato ad un inasprimento dei controlli e all’innalzamento degli
standard medici richiesti agli ambulatori (vedi qui).
Il presidente di Operation Rescue, Troy Newmann , imputa
le chiusure a due fattori: l’inasprimento della regolamentazione e una
sostanziale “riduzione degli affari”: “Negli USA si è passati da 2.176 cliniche
per aborti nel 1991 a 630 cliniche. Mentre abbiamo ancora molta strada da
percorrere per porre fine alla pratica barbarica dell’aborto nel nostro paese, iniziamo
a vedere i primi progressi”.
(TE)
(TE)
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