Quando il presidente di un Paese fa appello alla morale, è il primo ad essere sotto esame. Star Parker, fondatrice e presidente del CURE, Center for Urban Renewal and Education, ci spiega perché la posizione di Obama su Siria e aborto mettono in crisi la leadership statunitense.
Obama ha posto la questione dell'attacco alla Siria in termini morali, affermando che gli Stati Uniti hanno il dovere di intervenire per prevenire ulteriori attacchi chimici, come quello che
ha ucciso 1.429 persone il 21 agosto. Tuttavia per la Parker “i risultati
alquanto dubbi raggiunti dal presidente, in termini di sacralità della vita e
principi morali tradizionali, mettono in crisi la credibilità della sua
leadership morale”.
Obama ha definito l’uso del gas contro i civili, specialmente
i bambini, un crimine contro l’umanità. Per questa ragione, secondo Obama, gli
USA hanno l’obbligo morale di intervenire per fermare l’uccisione di altri
bambini e per rendere più sicuro il futuro dei bambini statunitensi: “è questo
che rende l’America differente” ha concluso Obama. “Purtroppo sotto la guida di questo presidente l’America non
è affatto differente” è il commento della Parker, che sottolinea come Obama sia
il primo presidente degli States ad aver indirizzato ufficialmente un messaggio
alla più grande associazione abortista del mondo, la Planned Parenthood finita recentemente sotto inchiesta (ne abbiamo parlato in un articolo qui). Suona strano che entrambi i discorsi, quello sulla
Siria e sugli aborti, finiscano con un “Dio vi benedica”.
La Parker allora si chiede “come può un Presidente che
invoca la benedizione di Dio sul più grande operatore di aborti americano
essere credibile quando giustifica l’intervento militare come un obbligo
morale? [..] Se il presidente è davvero preoccupato per l’uso di armi chimiche
contro i bambini perché non è seriamente preoccupato del crescente numero di
aborti chimici, fatti con la pillola RU486 legale dal 2000? Il 32% degli aborti
nelle cliniche della Planned Parenthood, per cui Obama ha chiesto la
benedizione di Dio, è compiuto attraverso questo farmaco”.
Il presidente di CURE parla infine della riforma sanitaria
soprannominata “Obamacare”, che se da una parte allarga gli utenti del sistema
medico, che negli USA è esclusivamente privato, dall’altra però obbliga i
datori di lavoro a fornire gratuitamente ai propri dipendenti farmaci
contraccettivi e soprattutto abortivi, come la RU486, con buona pace della
libertà di coscienza. Il tutto con l’aperto sostegno del Presidente Obama, che
si trincera dietro la bandiera, propagandistica quanto demagogica, della salute
della donna e dei “diritti riproduttivi” (se vuoi approfondire leggi qui). La Parker conclude “la luce della libertà non può brillare
se non è alimentata dalla coerenza della morale. [...] I bambini nati e non
nati sono stati vittime innocenti nel nostro stesso paese. Se permettiamo che
questo accada in casa nostra come possiamo pretendere di esprimere un giudizio
morale ed essere credibili all'estero? Non possiamo, è questo il problema
centrale oggi”.
(giovani prolife/TE)
Leggi la dichiarazione integrale di Star Parker sul sito: www.urbancure.org
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