Una riflessione, all'indomani della morte di Robin Williams, da un suo fan sfegatato
Diceva alcuni anni fa Daniele Luttazzi: « I comici sono di due tipi. I comici tristi, e i comici allegri. I comici allegri alla fine si suicidano».
Ieri è morto, suicida, l'ultimo attore al mondo che avrei creduto, e voluto, che si uccidesse.
Robin Williams.
Non credo che tutti sappiano fino in fondo chi è questo grande attore comico, un talento naturale che ci lascia prematuramente, e per sua volontà.
Per me è stato quello che da bambino consideravo senza dubbio il mio attore preferito.
Divertente in ogni sua espressione, trascinante anche nei ruoli drammatici.
Dava l'impressione, concreta e reale, che nella vita potesse esserci leggerezza, ironia, brio.
Sarà stato il suo sorriso contagioso, che gli aveva lasciato due rughette sotto agli occhi per il troppo ridere. Saranno stati i suoi tempi comici da manuale, le sue mille voci.
Non avevo dubbi: era lui il mio preferito. Rabbrividivo all'idea che, essendo molto più vecchio di me, sarebbe probabilmente morto prima di me e io avrei vissuto il giorno della sua morte.
Ieri.
Ma si cresce, e altri lasciano il segno nella tua vita. A volte un piccolo segno.
Una frase, detta da un uomo neanche troppo simpatico e stimabile, ma incredibilmente vera.
Nulla è come sembra.
E mi accorgo che è assolutamente vero. Ieri ne abbiamo avuto la dimostrazione.
Quell'uomo tutto battute e voli di fantasia in realtà era forse solo una maschera teatrale. Dietro alla quale si nascondeva un uomo depresso. Nonostante la fama, il successo, la grandezza, una bellissima famiglia. Mai credere alle apparenze. Occorre guardare il prossimo con intelligenza, cioè volendo "leggere dentro". Forse avremmo scorto in Robin una tristezza nera, incrollabile. Da cui traeva però energia per le sue battute fulminanti.
Nulla è come sembra: dietro all'allegria, la tristezza. Dietro al coraggio, la paura. Dietro al genio, la follia.
Ma è vero anche il contrario.
Che possiamo dei nostri difetti far gradino, per arrivare al suo contrario. Nella paura, farci coraggio. Nella tristezza, trovare allegria.
Come i film di Williams mi hanno insegnato.
E per citare uno dei suoi film: le tue avventure sono finite? No, vivere! Vivere può essere la più grande avventura.
L'avventura di Robin, questo uomo spassoso e generoso, è finita ieri per sua volontà, e io non mi do pace.
La nostra avventura però va avanti. Anche se sembra a volte una tortura, dobbiamo ricordarci: nulla è come sembra.
V per Vita