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20 giugno: tutti a Roma a difendere la famiglia!

20 Giugno: Roma, Piazza san Giovanni. Il movimento per la Vita e tanti altri marceranno in difesa della famiglia 



Io ci sarò. Per gridare, insieme a tanti altri, che non si può più tollerare la menzogna e la pretesa di imporre ideologie fondate sul nulla a scapito di diritti dei più deboli. I bambini, fin dalla nascita, hanno bisogno della presenza delle due figure genitoriali maschile e femminile. Lo dicono la grande maggioranza degli psicologi dell’età evolutiva. Chi lo nega è in malafede perché non ci sono dati certi che dimostrino il contrario. La Convenzione sui diritti dell’infanzia, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e sottoscritta da 194 Stati, compresa l’Italia, afferma, fra l’altro, che “in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l'interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente”. Anche se ci fosse un dubbio, per il principio di cautela, la legge non dovrebbe mai consentire l’adozione di minori da parte di coppie omosessuali. Questo è il punto. La teoria del “gender” che, sostenuta da potenti lobbies internazionali, si sta cercando di imporre all’opinione pubblica e che viene richiamata per sostenere il diritto a chiamarsi “famiglia” e di accedere quindi all’adozione da parte di coppie gay o lesbiche, è pura ipotesi, non suffragata da dati biologici o genetici comprovati. Alcuni genetisti avrebbero individuato variazioni “puntiformi” del genoma responsabili dell’orientamento psicologico in senso maschile o femminile indipendentemente dai caratteri sessuali genetici e somatici. Si tratta di osservazioni sporadiche e non sostenute da dati statistici attendibili. Perché, dunque, pensare che si possano ritenere equipollenti la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna (o, comunque, una coppia di fatto), e una convivenza omosessuale dal momento che a quest’ultima, per un criterio di tutela verso i minori, non deve essere concessa l’adozione anche quando questa dovesse avvenire tramite fecondazione eterologa o il pagamento di uteri in affitto? Questa domanda ha una base costituzionale e giuridica ben precisa.

Lo Stato, infatti, ha (o dovrebbe avere) un di più di attenzione sul piano normativo e delle tutele sociali verso la famiglia fondata sul matrimonio non perché ha il compito di proteggere i rapporti affettivi, ma perché la coppia eterosessuale assume l’onere della procreazione, assicurando la sopravvivenza della società nella quale vive, provvede, a proprie spese, alla crescita dei figli e si fa carico della loro educazione ai valori civici e morali. Nessun problema verso l’omosessualità. Io non mi sento “omofobo”. Ma non si possono trattare in modo uguale situazioni che sono radicalmente diverse, soprattutto quando potrebbero andarci di mezzo i diritti dei più deboli. I diritti civili in vigore per ogni cittadino garantiscono già tutte le richieste delle minoranze omosessuali. Si vuol giungere ad una normativa che dia qualche garanzia in più per loro? Bene, ma per favore non si faccia confusione, neppure terminologica, tra famiglia, matrimonio e convivenze omosessuali.

Per questi e molti altri motivi, bisogna partecipare in molti alla marcia del 20 giugno, anche se costa un po’ di fatica. Chi tace ….acconsente. E’ questo il momento di dire alto e forte il dissenso verso proposte di legge (Scalfarotto; Cirinnà…) che sono contrarie ad ogni regola di comune buon senso civico. L’Italia dovrebbe essere orgogliosa di non allinearsi al pensiero unico dominante nella maggioranza dei Paesi occidentali: scrolliamoci di dosso i complessi di inferiorità e diamo al mondo lezioni di civiltà e di indipendenza rifiutando pericolose omologazioni contrabbandate come progressiste.

Angelo Passaleva


Sentinelle in difesa della famiglia.

Venerdì 27 giugno, ore 21, Piazza San Silvestro per la seconda veglia romana delle Sentinelle in Piedi.

Di nuovo in piedi, per un’ora, leggendo un libro per difendere la libertà di pensiero e di espressione e tutelare la famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna, minacciate dal ddl Scalfarotto e dal testo sulle unioni civili, in discussione al Senato, che introduce un regime simile al matrimonio fra persone dello stesso sesso.

In particolare il ddl Scalfarotto è ideologico perchè non definisce cosa debba intendersi per omofobia e transfobia, lasciando così al giudice il più ampio arbitrio sul punto. E perché già oggi il Codice penale offre adeguate tutele, prevedendo anche aggravanti, per fenomeni di intolleranza a sfondo sessuale.

Il ddl Scalfarotto dopo l’approvazione alla Camera è ancora fermo in Commissione Giustizia del Senato, rallentato forse, tra le altre cose, anche dalla rapida diffusione delle Sentinelle, realtà che in poco tempo è riuscita a organizzare decine di veglie in tutta Italia, con il coinvolgimento di migliaia di cittadini.

Dopo aver riempito con 400 persone piazza del Pantheon, le Sentinelle in Piedi di Roma veglieranno pacificamente – con l’auspicio che non ci siano disturbi e provocazioni da esponenti di associazioni LGBT, come invece successo a Lecce, Siena e Modena – per far sentire, in silenzio, la loro voce, consapevoli che questo è il modo migliore per stimolare la riflessione su importanti tematiche e contrastare pericolose derive ideologiche.

(Comunicato Stampa delle Sentinelle in piedi - Roma)

Una veglia per la libertà.


Anche a Roma la veglia delle "sentinelle in piedi" in difesa della libertà di espressione.

Sabato 5 aprile, dalle 17 alle 18 in piazza Pantheon, si terrà a Roma la prima veglia romana delle Sentinelle in Piedi, realtà nata per difendere la libertà di espressione, minacciata dal ddl Scalfarotto, già approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato.

Il ddl, pur presentandosi come strumento di tutela contro ingiuste discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali e transessuali, non specifica in alcun modo cosa si intende per ‘omofobia’, ‘transfobia’ né per ‘discriminazione’. Si lascia così al giudice l’assoluto arbitrio di valutare come ‘omofoba’ ogni semplice opinione contraria alle rivendicazioni politiche dei movimenti LGBT.

Chiunque affermasse in pubblico la propria contrarietà all’introduzione del matrimonio omosessuale o ribadisse il diritto di ogni bambino di crescere in una famiglia con un padre e una madre, può correre quindi il concreto pericolo di essere denunciato all’autorità giudiziaria e di subire la condanna alla reclusione fino a un anno e sei mesi.

Le Sentinelle in Piedi non sono un movimento, né un’associazione. Sono una resistenza di cittadini che tra fine 2013 e inizio 2014 ha portato nelle piazze italiane migliaia di persone. La rete delle Sentinelle è apartitica e aconfessionale: vegliano donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi, persone di qualunque orientamento sessuale, perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, riguarda e interessa tutti.

Proprio per questo, sabato 5 aprile, sarà benvenuta ogni persona che, unendosi alla veglia, sceglierà di difendere una libertà basilare e fondamentale – la libertà di pensiero e di espressione – riconosciuta e tutelata dall’art. 21 della nostra Costituzione. Vegliare oggi per poter continuare a parlare domani

Fonte: SiP
 
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