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Torino: ritorna l’appuntamento con il Maternity e il Paternity Care




Anche quest'anno a Torino si ripropone il Corso di formazione per la cura della Maternità ...e della paternità.


L’appuntamento è per Sabato 5 aprile alle ore 8.30 presso l’aula Magna dell’Università dell’Ospedale Regina Margherita, in Piazza Polonia, 94, Torino.


Dopo avere trattato nelle edizioni precedenti situazioni limite di difficoltà all’accoglienza della maternità imprevista (2012) e dopo aver rivolto lo sguardo al figlio che nel suo venire al mondo chiede attenzione supplementare per le sue condizioni di salute (2013),il corso attuale è impostato sulla consapevolezza che lo sguardo alla maternità non può ignorare il contributo che giunge dalla paternità. L’unione delle due prospettive offre una visione più completa a chi ha il compito di vigilare sulle patologie e sulle difficoltà ad accogliere che possono insidiare l’attesa di un figlio. Il corso è proposto secondo la sensibilità tipica del MPV, attenta a riconoscere e a valorizzare la realtà «unica e irripetibile» della persona umana fin dall’inizio del suo esserci: siamo NOI fin dal concepimento.

La scienza dà contributi essenziali alla conoscenza dell’essere umano ma ha limiti rilevanti nel coglierne la realtà personale, e diritti e bisogni che ne derivano: lo sguardo che nasce da questo riconoscimento non ostacola il progresso scientifico, come dimostrano i grandi risultati nella terapia con le cellule staminali adulte che non distruggono embrioni. L’identità della persona ha le sue basi biologiche a livello genetico e questo condiziona anche patologie a trasmissione genetica specifiche per l’uomo o per la donna, risposte farmacologiche differenziate secondo il sesso, caratteristiche a livello del Sistema Nervoso Centrale. L’identità della madre e l’identità del padre si strutturano successivamente come relazione materna e relazione paterna nel rapporto con i figli, completandosi e a volte contrastandosi nel rapporto madre-padre. Ci sono situazioni cliniche in cui lo sguardo all’essere umano - riconosciuto come tale oppure ridotto a oggetto - provoca scelte radicalmente diverse. Il corso ne prende in considerazione una a più livelli: analizza il problema del counseling nella comunicazione della diagnosi prenatale infausta e presenta esperienze di accompagnamento di padri e madri in tali situazioni dolorose.

Per le iscrizioni al corso c'è tempo fino al 31 Marzo!

Seminario invernale Quarenghi

Il Quarenghi è appena trascorso, e logicamente non si può non ripensare alle sensazioni, ai paesaggi, alle persone che in questi 5 giorni hanno letteralmente inondato il cuore di ognuno.


Il primo giorno dopo l’arrivo, abbiamo avuto la fortuna di visitare il complesso della Sacra di S. Michele; sì, avete capito bene, Sacra e non Sagra (anche se con quel vento gelido un bel bicchiere di vin brûlé sarebbe stato l’ideale). Un luogo da favola, quasi tolkieniano: conoscerne la storia, le difficoltà e il tempo che ci sono voluti nel costruirlo, portano ad una riflessione:
qualsiasi difficoltà può essere affrontata se l'impresa e il fine sono buoni.

Tornati a Susa ha avuto luogo il primo incontro del Quarenghi, tenuto dal dottor Fracchia (ogni riferimento a personaggi filmici è vietato) oncologo, che ci ha guidati in una riflessione sul ruolo che il medico deve avere e sul valore 
dello sguardo delmalato e per il malato. 
Lo stesso sguardo che ognuno di noi dovrebbe avere verso gli altri.


La sera si è tenuta, nella sala incontri, la tavola rotonda aperta al pubblico, che ha visto riuniti il presidente del Movimento per la Vita Italiano Carlo Casini, il vicario del vescovo di Susa, il sindaco di Susa, il dottor Fracchia e come moderatore Fabio Tanzilli, presidente del Cav di Ulzio (il Cav più alto d'Italia, a ben 1.100 metri). Particolarmente toccante e intima la lettera che il sindaco ha voluto leggere a noi giovani, di un suo congiunto mancato proprio il giorno prima a causa di una lunga e dolorosa malattia. In questa lettera si manifestava un forte e chiaro sì alla Vita nonostante la sofferenza, vista come un mezzo di miglioramento e di preparazione alla vita dopo la morte. 
Un porta spalancata nell'intimo dell'animo umano,
in uno dei momenti più importanti della vita.


La seconda riunione è stata una "relazione di coppia", vale a dire di due coniugi, Lorella e Mario Campanella, che ci hanno parlato di come una concezione dell'amore più completa e meditata sia la più confacente a livello di dignità umana che ognuno di noi auspica. 


Non poteva mancare un cenone di capodanno ricco e ricercato, curato dal nostro Leo, che quella sera ha coordinato anche il cuoco. Se vi diciamo che solo gli antipasti erano di cinque tipi, potete capire di cosa stiamo parlando..


 

Insomma... Non siamo andati a dormire proprio presto, ecco...


L'ultima relazione è stata fatta dai nostri cari amici Claudio e sua moglie Emmanuela. 
La loro storia d'amore è stata veramente affascinante, per come hanno deciso di reagire alla tendenza comune ed impostare il loro rapporto sul rispetto dell'altro: e i risultati sono arrivati eccome... 
come si vede dalla foto, uno dei risultati è lì in mezzo a loro!


Sera del primo dell'anno: Torino, Messa al santuario della Consolata...

...e visita, successivamente, all'oratorio del Valdocco, cioè l'originario oratorio salesiano fondato da Don Bosco. Siamo stati guidati nel piccolo museo da un responsabile salesiano e abbiamo poi visitato la cappella Pinardi, la prima cappella che Don Bosco realizzò.


Ultimo giorno: nuova gita a Torino presso il SERMIG 
(Servizio Missionario Giovani) 
realtà fondata da Ernesto Olivero.
In quei grandi spazi, una volta arsenale bellico, dove tutto era stato fatto per la guerra e la distruzione del prossimo, si è attuato un concreto disarmo fatto di servizio, preghiera e restituzione


La visita all'ambulatorio del Sermig ci ha fatto scoprire quanto questa realtà sia vicina al Movimento per la Vita: quella scatola gialla che vedete nella foto sopra, è una culla per la vita, presente in tanti CAV ed anche qui al Sermig, a dimostrazione che il disarmo e il servizio al prossimo, non possono che partire dalla difesa della vita nascente.


Più di 30.000 giovani ogni anno passano dal Sermig come 
reale esercito di pace
che disarma con la bontà i cuori più duri.
Nel nostro ultimo giorno di Quarenghi noi ci siamo uniti a loro.


I giovani del Quarenghi Invernale


 
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