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La storia di Miley che avrebbe dovuto essere abortita perchè disabile



“Deve abortire, suo figlio nascerà con gravi problemi”.
Ormai si sente spesso questa frase negli Ospedali e nei Consultori, non è questo a far notizia. Lo scoop è che sempre più spesso i medici si sbagliano e di frequente il bambino che nasce per la volontà di una super mamma contro tutti è sano come un pesce.

È questa la storia di Liane Stooke, 38 anni, cittadinanza londinese che stava per abortire durante la gravidanza della sua ultima bambina dopo che i medici le avevano consigliato l’IVG a ragione di seri problemi neurologici che avrebbe avuto il suo piccolo.

Gravi problemi a camminare e a parlare, avevano detto. Unica soluzione? L’aborto. Ma Liane e il marito, come riporta il Daily Mail, erano felicissimi per la loro terza gravidanza come i loro due figli, che non vedevano l'ora di avere un fratellino. E, a dimostrazione che quando si parla di donne coraggio non è mai una attribuzione astratta, Liane ha deciso di portare avanti la gravidanza, anche se consapevole che comunque la piccola non sarebbe vissuta a lungo.Causa di questi problemi sarebbe stata la Holoprosencephaly, una patologia che non consente al cervello di sviluppare entrambe gli emisferi.

Com’è andata a finire? è nata Miley che ha stupito tutti quelli che si aspettavano di vedere una neonata deforme, in primis i medici. Miley è nata con tutte le funzioni regolari e in piena salute.

Ditemi voi quale sarebbe stato il rischio maggiore da correre.

Gloria, tetraplegica, scopre una grande emozione: diventare mamma.


Riportiamo di seguito una lettera che viene riportata dai principali social network. La scrive Gloria, una ragazza tetraplegica, che ci racconta la sua gioia nell'aspettare e dare alla luce il suo bambino. Una storia che riempie di emozione e di speranza e ci ricorda come la diversità allontana ma l’accoglienza unisce…

"Era il 31 marzo dell’anno scorso quando scoprii di essere incinta (è già passato quasi un anno),sembra ieri quanta emozioni, dopo un aborto e quando abbiamo deciso di riprovarci il mese dopo è avvenuto il miracolo…..la prima eco all’ottava settimana ho potuto vedere il cuoricino del mio amore battere forte….al 4°mese mi dicono che arriva un maschietto…io ero già li a pensare com’era…ero cosi impaziente di vederlo….è stata una bellissima gravidanza senza troppi fastidi, sono andata in vacanza, diciamo che non mi sono risparmiata nulla e ne sono contenta….l’ho vissuta proprio a 360°….che bei ricordi….alla 32°settimana la mia gine mi ha detto che il piccolo poteva nascere prima e di stare un po’ piu attenta x arrivare almeno al 36° settimana, rallento un po’ i ritmi e cerco di fare quello che riesco…. la sera del 29 novembre sento qualche dolorino ma non mi sembravano tanto forti da dover andare in ospedale, vado a letto e a mezzanotte i dolori aumentano ma sopportabili, vado in bagno e si rompono le acque…mi faccio una doccia calda mi preparo e all’una arrivo in ospedale.. in macchina scherzavo e ridevo con mio marito…al primo figlio si è proprio inconscienti ma meglio cosi,non sapere cosa accadrà…quando arrivo mi dice l’ostretrica che sono solo di 1 cm e che comunque devo rimanere in ospedale perche si sono rotte le acque, alle 3 mandano mio marito a casa perchè gli dicono che è troppo presto….dal monitoraggio solo deboli contrazioni…mi mettono in camera con altre due ragazze che hanno già i loro pargoli ma i miei dolori aumentano e vado avanti e indietro dal bagno... arriva l’ostetrica e mi propone di andare nella camera dei monitoraggi e di fare una bella doccia calda, seguo il suo consiglio e ci sto x un’ora, l’acqua calda mi attenua i dolori…arriva alle 6 m i visita e mi dice che sono di 6 cm e che dobbiamo andare in sala parto, alle 6.45 chiamo mio marito, lui era cosi tranquillo che gli avevano detto quando è andato via la sera prima se non partorisce x domani sera si fa l’induzione…(cavoli io pensavo domani sera, sono arrivata all’una di notte…)lui era già x strada quando l’ho chiamato… arriva mi vede che sono già in pieno travaglio…grazie al lui e al suo amore e all’ostretrica(arrivata al cambio delle 7)che è stata veramente molto umana e amorevole, alle 8.38 sento il mio amore piangere…un’emozione indescrivibile… tremavo come una foglia…me l’hanno subito messo sulla pancia, era un batuffolino cosi piccolo…3300kg x 50 cm di puro amore…ancora ora quando ci penso mi viene da piangere….cosi è venuto al mondo il mio Nicholas…oggi ha tre mesi e mi riempie la vita di gioia, il suo sorriso è ossigeno x il mio cuore…l’amore piu’ grande che possa esistere…. Ah dimenticavo è nato lo stesso gg della mia madre e cosi ha fatto un regalo in piu’ anche alla nonna… Grazie amore mio di riempire le nostre giornate…." Gloria

Se ti abbraccio, non aver paura



“Un libro davvero intenso”,queste le parole utilizzate da una mia carissima amica per descrivermi uno spunto di lettura, avvisandomi così della sua felice scoperta!Si tratta del libro “Se ti abbraccio non aver paura” scritto da Fulvio Ervas. Ancora non ho avuto il tempo di leggere questa storia ma documentandomi e avendo fiducia della persona che me l’ha segnalata posso tranquillamente dirvi che è da non perdere. Innanzitutto è una storia vera, particolare non trascurabile, poiché credo fermamente che la realtà, spesso, superi di gran lunga la fantasia. Si tratta poi di un tema particolare e molto impegnato: il romanzo infatti, vede, come protagonisti, un padre e un figlio che, dinnanzi ad una diagnosi dal nome ermetico come quella dell’autismo, invece di arrendersi reagiscono in modo del tutto alternativo.

Dopo aver viaggiato a lungo e sperimentato terapie di ogni sorta decidono di mollare tutto e partire per una personalissima meta, un viaggio diverso senza tempo e confini.Attraversano così l’America a bordo di una moto,perdendosi nelle foreste del Guatemala. Non ci sono, a questo punto, più regole, confini e le personalità dei protagonisti si intrecciano e confondono fino al punto da non capire più dove inizino la normalità dell’uno e la patologia dell’altro. Per alcuni mesi, dunque, sarà Andrea (questo il nome del ragazzo protagonista) ad istruire il padre in maniera del tutto inconsueta. Insomma un’ esperienza di vita altamente emozionante, dove la malattia di Andrea diventa, dopo il primo e naturale momento di sconforto, una vera e propria molla che fa reagire il padre Franco, fino a trasformarlo in un cavaliere che decide di non arrendersi di fronte al verdetto medico.
Una storia di coraggio e un inno alla vita in ogni sua forma e anche attraverso la difficoltà, che può e deve sempre trasformarsi in opportunità….perché citando le parole del padre di Andrea : ” Per certi viaggi non si parte mai quando si parte..si parte prima, a volte molto prima.Bastano poche piccole parole: suo figlio probabilmente è autistico…” Per questo bel consiglio e perchè da ben vent’anni condivide con me il viaggio della vita ringrazio di cuore Samoa !

Buon “viaggio” a tutti!

Fonte: http://italiadomani.net/
Autore: Alessanra Bedolini

Abortire i bambini down? Ma Emmanuel è un genio!


Sta facendo il giro del web e commuovendo tutti la storia di Emmanuel Joseph Bishop, 16 anni, talento prodigioso con la sindrome di Down. Parla tre lingue, tiene conferenze negli USA e nel resto del mondo, suona il violino e si è già esibito in concerti con orchestre sinfoniche. La maggior parte dei suoi coetanei vanta le capacità di aver superato il record del videogioco del momento, mentre Emmanuel ha già una formazione pluri-settoriale che meraviglia: a due anni cominciava a leggere e a tre era capace di leggere parole in francese, a soli sei anni lesse il discorso di benvenuto dell’Associazione Nazionale Sindrome di Down, e lo fece in tre lingue per una platea di più di seicento persone. Nello stesso periodo iniziò a suonare il violino, a otto anni andava in bicicletta e vinse delle medaglie alle paraOlimpiadi degli USA, gareggiando anche nel golf e nel nuoto in cui vinse medaglie nei 200 e 400 metri in stile libero. Nel 2010 suona alla Giornata Mondiale per la Sindrome di Down in Turchia, insieme a un’orchestra sinfonica, a 12 anni suona il violino in un recital in Irlanda in occasione del Decimo Congresso Mondiale della Sindrome di Down.

Beh, non c’è che dire. Eppure, in molti Paesi a questo ragazzo così speciale non sarebbe stato concesso di vivere per colpa di un cromosoma in più. Stupido, penserà il lettore. Facile pensare questo ora che Emmanuel è grande in tutti i sensi e si è guadagnato una dignità che la società di oggi rifiuta di riconoscere all’essere umano solo perché tale. Eppure, nonostante una dignità ce l’abbia da quando è stato concepito, Emmanuel dà una grande lezione al mondo di oggi, che si nasconde troppo spesso dietro parametri estetici e pseudo morali, smontando tutti gli argomenti di coloro che sono ancora favorevoli all’aborto dei bambini down. A chi la giustizia ce l’ha nel sangue e la ricerca in maniera quasi utopistica, potrebbe risultare addirittura che questo non sia giusto. Non servono dimostrazioni, dovrebbe essere naturale il pensiero che ogni essere umano è degno di vivere in qualunque condizione esso si trovi. Eppure, come a rafforzare la tesi, per coloro che ancora dubitano o non credono ancora, Emmanuel come tanti altri ragazzi down, turbano il pensiero dominante e semplicistico con la forza e la gioia della loro stupenda vita.

Emmanuel si sforza di mostrare al mondo che i disabili sono uguali agli altri, che hanno dei carismi e delle qualità che vanno oltre la disabilità e persegue questo suo obiettivo attraverso delle azioni concrete, che riporta nelle sue testimonianze:
  • Evidenziare le competenze, talenti, doni e le potenzialità dei bambini con questa disabilità.
  • Contrastare le basse aspettative nella sindrome di Down.
  • Dimostrare che la gioia di vivere non si oppone a queste persone.
  • Attenuare la prevalenza di tutto ciò detto o scritto sulla sindrome di Down proviene principalmente da persone senza questa disabilità.
Un ragazzo talentuoso e altruista, che regala un pezzo della sua vita al servizio degli altri.

E poi, ditemi che non sarebbe dovuto nascere…

Giovanna Sedda
 
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