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Eluana: quante bugie!

Sei anni fa, il 9 febbraio, dov’eravate? Sarebbe importante ricordarlo perché quel giorno, il 9 febbraio 2009, l’Italia veniva scossa da un evento che ancora oggi, sei anni dopo, non cessa di dividere e far discutere: la morte di Eluana Englaro (1970–2009), la donna che versava in stato vegetativo da diciassette anni. 

Giuliano Guzzo ci  aiuta a capire fatti e bugie: "per alcuni fu il trionfale compimento di una battaglia civile, per altri il drammatico epilogo di una guerra perduta. Per tutti, in ogni caso, quel 9 febbraio rappresenta una data storica benché ancora recente, una frattura come non si registrava da tempo, a livello di opinione pubblica". Come stava Eluana? Cosa dice la legge e cosa hanno detto i giudici? Davvero ha chiesto di morire?

Leggi l'articolo completo qui: Eluana i fatti e le bugie

Eluana: cinque anni di bugie.

Non era attaccata a nessun macchinario, respirava da sola, aveva il ciclo, ma allora perché è morta?

Oggi alcuni dubitano che esista il diritto alla vita dell’essere umano e nello stesso tempo c’è chi sostiene addirittura l’esistenza, certa certissima, del diritto di morire. Capita così che le singole vicende umane, di militanti e non finiscano per essere strumentalizzate per la sola affermazione del diritto di morire. Così mentre milioni di uomini e donne nel mondo non hanno alcun diritto di vivere nell’assordante silenzio dell’occidente si evoca il diritto all’eutanasia.
Lo stesso partito radicale augurandosi che “l’eutanasia sia legale” ammette che è illegale, figuriamoci un diritto. Eppure cinque anni fa nel nome di un simile diritto veniva lasciata morire Eluana Englaro. Un fatto tanto sconcertante che non ci è stato raccontato con un mare di bugie. Probabilmente nessuna avrebbe accettato la verità, così Eluana è morta.

Al presunto “diritto di morire” ha fatto appello più volte Saviano: in un articolo (Chiedete scusa a Beppino Englaro. Repubblica, 12 febbraio 2009) ripete “diritto” undici volte:  ripetere una cosa inesistente dieci volta la rende reale? Forse per qualcuno sì. Nessuno nei media più diffusi ha raccontato la verità. La giornalista Bellaspiga si è data questa risposta: “farlo lascerebbe attoniti gli italiani, ancora convinti che fosse malata, che fosse terminale, che vivesse attaccata a macchine, che soffrisse, e magari pure che la sua volontà fosse morire”. 

Sempre Saviano nel febbraio del 2009 descriveva Eluana attaccata a delle macchine con il “viso deformato, le orecchie divenute callose e la bava che cola, un corpo senza espressione e senza capelli” (Pidan perdón a Beppino Englaro. El País, 11 febbraio 2009).  Tutte bugie, oggi lo sappiamo, ma non so se Saviano abbia mai rettificato o ammesso la falsità di quanto ha scritto o se si sia mai scusato. Eluana respirava in autonomia, aveva il ciclo mestruale, deglutiva autonomamente, e il suo respiro variava a seconda degli argomenti trattati dalle persone vicino a lei. A dirlo è il dott. Giuliano Dolce che la seguiva proprio su incarico del padre Beppino, prima di essere sostituito. Chi ha visto Eluana prima della morte  descrive “una disabile, a occhi chiusi potrebbe essere la persona più sana del mondo […] il volto è rilassato, pieno, normale” (L. Bellaspiga – P. Ciociola, Eluana. I fatti. Ancora, Milano 2009, p. 8). 

Il destino di Eluana è stato segnato da una Sentenza della Cassazione che ha ritenuto lo stato vegetativo irreversibile, peccato che la comunità medica mondiale e tante famiglie che lottano per i propri cari non la pensi no affatto così. L’altra bugia riguarda il Tribunale di Milano: siamo tutti convinti che sia stata una sentenza e invece no, non c’è alcuna sentenza milanese: un semplice decreto del tribunale tutt’altro che incontrovertibile. C’è invece una sentenza della Corte d’Appello di Milano che nel 2006 rifiutò le richieste del padre... semplicemente  perché Eluana era viva: potere del buon senso. 

Ma perché tutto questo? Perché la vicenda di Eluana, a dispetto della sua esistenza, è stata una battaglia politica,  “una nuova Porta Pia, una breccia aperta per spazzare via ‘la concezione sacrale della vita’. Per questo sospenderle alimentazione e idratazione è ‘moralmente giusto’, e non tanto per la ragazza in sé visto che in fondo ‘di persone ne muoiono tante, anche in situazioni ben peggiori” (Maurizio Mori. Il caso Eluana Englaro). 

La vita di Eluana non interessava poi tanto, la causa ideologica da sé giustifica ancora oggi tante bugie. Ci hanno preso in giro. Ma resta a distanza di cinque anni una domanda: a qualcuno interessa questa vita, le vite di chi è in stato vegetativo o possiamo farli morire tutti? Ora che sappiamo come stanno le cose riprendiamoci la nostra dignità e restituiamo a malati, disabili e a tante famiglie la loro dignità: c’è un solo diritto che non ci stancheremo di ripetere, il diritto alla vita!

Giovani prolife
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Per saperne di più: Lucia Bellaspiga e Pino Ciociola. Eluana: i fatti. Le verità nascoste su Eluana Englaro. ÀNCORA libri, 2009 (eluana-i-fatti-le-verita)

Per scegliere e sostenere la vita concretamente:
Casa dei risvegli - Amici di Luca ONLUSS. (amicidiluca.it)
 
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